Vita d'artista


La contemplazione virtuale non esiste

Nelle scorse settimane è stato tutto un succedersi ininterrotto, nella mia casella email, di comunicazioni urgenti da parte delle maggiori gallerie d'arte italiane e poi a ruota di quelle internazionali.

L'argomento era sempre lo stesso: la chiusura forzata di mostre, il rinvio delle inaugurazioni e degli eventi mondani. Tutto rimandato a data da destinarsi. Insomma, i galleristi hanno comprensibilmente ceduto all'emergenza e sospeso le loro attività. 

Sì, perché il virus ha sbalzato via ogni attenzione dal mondo dell’arte. Alcune fiere chic (come il Tefaf a Maastricht) sono state costrette a calare il sipario a metà corsa. Di suo, Art Basel Hong Kong ha subito varato proposte di online viewing di opere, e così hanno fatto anche altri operatori, grandi e piccoli, del settore. Pure gli artisti sono corsi ai ripari sul web, con qualche scivolata, com'è il caso di Ai Weiwei (molto amato dall’art world italiano e non solo). La star cinese ha pubblicato, quando la sciagura del COVID-19 era ancora all’inizio, un messaggio piuttosto sgradevole sugli italiani ed subito è stata  polemica. Palazzo Strozzi, all'interno di una newsletter dal titolo #incontatto, gli ha dato diritto di replica diffondendo un suo video di scuse. Sono seguiti altri video - questa volta però di  incoraggiamento al popolo italiano - da parte di big del mondo artistico internazionale, come Marina Abramović e Jeff Koons.

Ci sono poi artisti che compongono e pubblicano sui propri social network un’opera al giorno ispirata alla nostra difficile condizione attuale. Sono delicati, a tratti malinconici, ma in alcuni casi il desiderio di "esserci" è troppo compulsivo (Goya produsse il suo meraviglioso ciclo Disastri della Guerra alcuni anni dopo l’invasione francese in Spagna). Sarebbe forse meglio che si fermassero a riflettere, come tento anch'io di fare, questo perché, dandosi il giusto tempo, può essere che si riesca finalmente a indebolire il pensiero dominante che vuole l'arte sempre e comunque "ironica" e "sul pezzo", come se fosse l'articolo di un giornale. L'ora attuale, invece, potrebbe favorire ispirazioni e opere differenti e non da ultimo anche la sola contemplazione di una Natura potente e inafferrabile. 

© Riproduzione riservata.
Zafferano

Zafferano è un settimanale on line.

Se ti abboni ogni sabato riceverai Zafferano via mail.
L'abbonamento è gratuito (e lo sarà sempre).

In questo numero hanno scritto:

Tommy Cappellini (Lugano): lavora nella “cultura”, soffre di acufene, ama la foresta russa
Valeria De Bernardi (Torino): musicista, docente al Conservatorio, scrive di atmosfere musicali, meglio se speziate
Roberto Dolci (Boston): imprenditore digitale, follower di Seneca ed Ulisse, tifoso del Toro
Giovanni Maddalena (Termoli): filosofo del pragmatismo, della comunicazioni, delle libertà. E, ovviamente, granata
Barbara Nahmad (Milano): Artista e docente all'Accademia di Brera. Una vera milanese di origini sefardite
Riccardo Ruggeri (Lugano): scrittore, editore, tifoso di Tex Willer e del Toro