IL Cameo


Il grande gioco delle mascherine

Il grande gioco delle mascherine

Attenzione a come usiamo le parole. Non siamo, come dicono i politici e i media, in guerra contro il Virus Cinese, perché in guerra l’uomo è autorizzato a uccidere l’uomo, mentre in una pandemia l’uomo deve cercare di salvare l’uomo. E oggi siamo nel pieno di una pandemia, dove pochi uomini-donne, dei livelli medio bassi della società, tentano di salvare il maggior numero possibile di persone. Al contempo, poche persone della classe altissima stanno giocando una partita per la supremazia del mondo, come è sempre avvenuto dalla notte dei tempi. Mai come in questo caso bisogna tenere separati i “Buoni” dai “Cattivi”.

Giovanni Maddalena ed io abbiamo scritto un libro Uomini o Consumatori? Il declino del CEO capitalism, senza sapere che proprio alla sua uscita si sarebbe imbattuto nel Virus Cinese, facendo analisi e riflessioni, in tempi non sospetti, che sarebbero tornati utili. Il modello del CEO capitalism, con al centro della scena lo sprovveduto Consumatore, si è ripetuto identico in tutti i campi dei cosiddetti “competenti” dai supermanager ai superchef, ai superprofessori, ai superartisti, per non parlare dei supermagistrati e dei superavvocati. Il risultato è una società povera di umanità, povera di innovazione sociale, imprecisa, irresponsabile nei propri doveri, pretenziosa e presuntuosa nei propri diritti.

Con tali premesse il giochino non poteva durare. I nodi non solo stanno arrivando al pettine, ma ora è il pettine che sta marciando implacabile verso i nodi. La prima botta l’avemmo nel 2008. Alcuni, fuori dal kirieleison dominante, ebbero l’ardire di sostenere che, non solo si trattava di una crisi economica, ma di una vera e propria crisi antropologica. Il Virus Cinese di dodici anni dopo lo ha confermato: questa è una (terribile) crisi antropologica.

Ma lo scenario politico-economico non è cambiato, anzi, il regime nazicomunista di Xi Jingping punta al dominio del mondo esattamente come Adolf Hitler e come Iosif Stalin, con le merci e le supply chain al posto dei cannoni, il marketing in luogo della propaganda. Come reagirà l’Occidente? Dalle prime mosse sembrerebbe che Usa e UK cercheranno di sostenere la catena “finanza-tecnologia-industria-lavoro-consumo” (esattamente la strategia delle Seconda Guerra e quella degli Anni Sessanta), con grandi aumenti della spesa pubblica e convogliando finanziamenti pubblici e iniziativa privata. Parrebbe che i tedeschi siano in una posizione mediana fra Usa-UK e l’Europa mediterranea (Francia Spagna Italia), con un gigantesco piano di 550 mld di intervento pubblico e possibili nazionalizzazioni. Vedremo cosa succederà.

E i “competenti” nostrani tanto esaltati che fanno? Impazzano sui media ripetendo le loro stanche ricette, e inventandosi ridicole “mini strategie semi definitive” che modificano in continuazione. Ringrazio Giuliano Ferrara per aver carpito dal tabernacolo delle élite la voce del “superprofessore” Francesco Giavazzi: “Sarebbe migliore un mondo “scremato” (le virgolette sono mie) da chi non ce la fa a resistere a una pandemia?” “Sì, i costi della vecchiaia sono altissimi”. Domanda impeccabile, risposta sincera, che certifica come siamo ridotti.

Lo sostengo da anni che il CEO capitalism e i suoi imperatori, principi, duchi, da questo punto di vista altro non sono che un’evoluzione digitale di certe leadership svedesi (anni 20), tedesche (anni 30), sovietiche. L’immenso Allan Bloom, dopo il Sessantotto disse “Il fascismo ha un futuro, o addirittura lo è”. Mai previsione fu più azzeccata.

A seconda di come gestiremo il Virus Cinese e le sue implicazioni economiche, noi italiani, decideremo il nostro destino e il nostro futuro. Per quel che vale (nulla), sono ottimista sugli aspetti medici e popolari, pessimista su quelli politico-economici, stante le leadership di maggioranza (e di minoranza) che ci ritroviamo, al contempo logore e incompetenti, persino vanitose.

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In questo numero hanno scritto:

Angela Maria Borello (Torino): direttrice didattica scuola per l’infanzia, curiosa di bambini
Tommy Cappellini (Lugano): lavora nella “cultura”, soffre di acufene, ama la foresta russa
Valeria De Bernardi (Torino): musicista, docente al Conservatorio, scrive di atmosfere musicali, meglio se speziate
Roberto Dolci (Boston): imprenditore digitale, follower di Seneca ed Ulisse, tifoso del Toro
Giovanni Maddalena (Termoli): filosofo del pragmatismo, della comunicazioni, delle libertà. E, ovviamente, granata
Eugenia e Massimo Massarini (Torino): studentessa di medicina e medico
Riccardo Ruggeri (Lugano): scrittore, editore, tifoso di Tex Willer e del Toro
Roberto Zangrandi (Bruxelles): lobbista