Musica in parole


Beethoven 2020: intelligenza artificiale a lezione da Ludwig

C’è sempre qualcuno che tenta di rubare il mestiere ai musicisti: oggi è l’intelligenza artificiale, in epoche passate ci ha provato l’automa musicale, strumento meccanico che esegue musica senza musicista, l’avo dei robot.

Anche Beethoven si è interessato agli automi scrivendo musica per “esecutori 4.0” della sua epoca: per orologio musicale (Cinque pezzi per Flötenuhr) e un maestoso pezzo ideato per “essere suonato” da una grande scatola musicale meccanica (il panharmonikon). Il marchingegno riproduceva La vittoria di Wellington op. 91, musica e effetti sonori voluti dal grande compositore per ricreare l’atmosfera della battaglia, in omaggio alla vittoria di Wellington sui Francesi, quindi suoni di fanfare, fucili e cannoni. Presentata nel 1813 anche nella versione per grande orchestra, la novità beethoveniana ha avuto al suo apparire enorme successo.

Sopravvissuti agli automi, noi musicisti facciamo oggi i conti con l’intelligenza artificiale, che a sua volta fa ora i conti con Beethoven per un progetto che sa di sfida. Nel n. 51 di Zafferano, Roberto Dolci ha scritto di come e quanto impari AI. Io posso solo aggiungere che per imparare a comporre musica, anche questa “intelligenza” va a scuola e nella fattispecie è stata allieva di Beethoven prima di provare, non so ancora con quali risultati, a sostituirsi a lui. Stiamo infatti per scoprire che di Beethoven non abbiamo nove sinfonie ma dieci: di una possibile decima sinfonia a quanto pare il compositore ha lasciato solo alcuni appunti, ma un algoritmo sta ora “rimediando”.

Un team di esperti - musicisti e sviluppatori di software - ha creato un algoritmo e lo ha mandato a lezione da Beethoven per studiare quegli schizzi del Maestro e poi tutta la sua opera, al fine di riuscire a completare la sinfonia nel modo in cui lo avrebbe fatto il compositore, secondo AI.

I primi tentativi non sono parsi troppo riusciti ma, più composizioni di Beethoven studiava, più l’algoritmo affinava le capacità e l’esito finale pare buono. Così almeno sostengono al Karajan Institute di Salisburgo che cura il progetto: sul sito della Deutsche Telekom, che finanzia l’iniziativa, si possono ascoltare un paio di frammenti dei progressi dell’algoritmo: https://www.telekom.com/en/company/topic-specials/beethoven-year-2020-special/details/beethoven-s-unfinished-587430

La prima mondiale di questa decima sinfonia “artificiale” eseguita dalla Beethoven Orchester è in calendario il 28 aprile 2020 a Bonn (data probabilmente posticipata): per l’algoritmo si tratta di un esame con voto di pubblico e musicologi. «Questo progetto non tenta di sfidare l'unicità del genio di Beethoven. Vogliamo semplicemente mostrare come la collaborazione tra l'intelligenza umana e artificiale possa migliorare la nostra immaginazione». Così dicono gli organizzatori.

Aspettiamo, prima o dopo sarà tempo di risultati.

© Riproduzione riservata.
Zafferano

Zafferano è un settimanale on line.

Se ti abboni ogni sabato riceverai Zafferano via mail.
L'abbonamento è gratuito (e lo sarà sempre).

In questo numero hanno scritto:

Angela Maria Borello (Torino): direttrice didattica scuola per l’infanzia, curiosa di bambini
Tommy Cappellini (Lugano): lavora nella “cultura”, soffre di acufene, ama la foresta russa
Valeria De Bernardi (Torino): musicista, docente al Conservatorio, scrive di atmosfere musicali, meglio se speziate
Roberto Dolci (Boston): imprenditore digitale, follower di Seneca ed Ulisse, tifoso del Toro
Giovanni Maddalena (Termoli): filosofo del pragmatismo, della comunicazioni, delle libertà. E, ovviamente, granata
Eugenia e Massimo Massarini (Torino): studentessa di medicina e medico
Riccardo Ruggeri (Lugano): scrittore, editore, tifoso di Tex Willer e del Toro
Roberto Zangrandi (Bruxelles): lobbista