Coronavirus USA


A Boston la speranza è l'ultima a morire

Anche a Boston è arrivata la frenesia del coronavirus. Un primo studente cinese s’era presentato già a gennaio al rientro delle vacanze, ed adeguatamente isolato e curato, ora è guarito e non ha contagiato altri. 

Ora invece siamo passati a 100 casi grazie ad una conferenza di Biogen, azienda leader nel campo delle biotecnologie, e gli ospedali si affrettano a riorganizzare turni e reparti per accogliere un gran numero di infetti. Nel giro di tre mesi passiamo dal prendere in giro in cinesi per la disciplina militare con cui han messo in quarantena decine di milioni di persone, al renderci conto che l’isolamento volontario non funziona in paesi individualisti come il nostro, o l’Italia, dove ognuno pensa prima a se stesso che al prossimo.

Qui in USA è pure peggio che in Europa, perché non pagando la mutua alla fascia più ampia e meno retribuita dei lavoratori (dai rider della gig economy ai magazzinieri della distribuzione) possiamo scommettere che la maggior parte continuerà a sgobbare come sempre, pur con febbre, tosse e starnuti contagiosi. Ed è ancor peggio per il fatto che i tagli alla sanità pubblica ci hanno portato ad avere ancora meno letti (per migliaia di cittadini) che in Italia: i due partiti si rendono conto dell’urgenza, vediamo.

La speranza viene dal fatto che oggi iniziano le prove cliniche su pazienti infetti, a soli tre mesi dalla comparsa del virus. Questo vaccino s’è dimostrato efficace sui topi e non appare tossico sui malati, quindi accorciando i tempi di certificazione potremmo avere una cura in tempi rapidi.

E la speranza, anche a Boston, è sempre l’ultima a morire.

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In questo numero hanno scritto:

Angela Maria Borello (Torino): direttrice didattica scuola per l’infanzia, curiosa di bambini
Tommy Cappellini (Lugano): lavora nella “cultura”, soffre di acufene, ama la foresta russa
Valeria De Bernardi (Torino): musicista, docente al Conservatorio, scrive di atmosfere musicali, meglio se speziate
Roberto Dolci (Boston): imprenditore digitale, follower di Seneca ed Ulisse, tifoso del Toro
Giovanni Maddalena (Termoli): filosofo del pragmatismo, della comunicazioni, delle libertà. E, ovviamente, granata
Eugenia e Massimo Massarini (Torino): studentessa di medicina e medico
Riccardo Ruggeri (Lugano): scrittore, editore, tifoso di Tex Willer e del Toro
Roberto Zangrandi (Bruxelles): lobbista