Tecnosofia


“Play it once, Sam”

Ingrid Bergman incita così il pianista Sam a suonare “As time goes by” in Casablanca, la storia di amore struggente e incompiuta di lei (Ilsa) e Humphrey Bogart (Rick).

Doveva regnare un’atmosfera ben diversa il 17 novembre nel CdA di OpenAI quando il CEO, Sam Altman, viene licenziato in tronco. Sembra di sentirli i consiglieri: “Ha pubblicato Chat-GPT senza neanche avvisarci!”. “Dobbiamo farlo fuori adesso, se gli diamo tempo di organizzarsi spargerà menzogne come al solito per delegittimarci”. “E’ un irresponsabile, vendicativo, va fermato!”. Tra questi Ilya Sutskever, chief scientist, di cui pochi giorni fa il neo premio Nobel per la fisica Geoffrey Hinton ha...

... detto: “Sono particolarmente orgoglioso del fatto che uno dei miei studenti abbia licenziato Sam Altman”.

Dopo poche ore Altman viene assunto dalla Microsoft, che tra il 2019 e il 2023 aveva investito 10 miliardi di dollari in OpenAI, ma il licenziamento più clamoroso dalla cacciata di Steve Jobs da Apple dura poco. Oltre il 90% dei dipendenti sottoscrive una lettera in cui minaccia di transitare in massa in Microsoft. Dopo 5 giorni dal licenziamento, Altman torna a capo di OpenAI e il consiglio di amministrazione viene azzerato.

Helen Toner, membro del disciolto CdA, asserisce mesi dopo che il licenziamento di Altman era legato al suo comportamento opaco e mistificatore, al privilegiare l’accelerazione commerciale rispetto alla tutela della sicurezza di un prodotto così socialmente impattante. Sostiene che la rivolta del personale era legata alla voce sparsa ad arte che l’azienda sarebbe andata in rovina senza di lui e con quel CdA.

Ovviamente il nuovo board smentisce, forte delle analisi di un comitato indipendente che dimostrano che non si è mai abbassata la guardia sulla sicurezza. Nel frattempo però a saltare è Jan Leike, che era a capo del comitato interno di gestione della sicurezza. Viene creato un nuovo Safety and Security Committee dove a vigilare con altri c’è lo stesso Altman. Sic!

Dopo Leike lascia dapprima il già citato Ilya Sutskever e poi John Schulman, che lavorava all’allineamento di ChatGPT ai criteri di utilità, sicurezza e affidabilità. Il Presidente Greg Brockman si prende un anno di sabbatico, mentre il 26 settembre scorso, poco dopo il rilascio del rivoluzionario modello 01, lascia anche Mia Murati, da sempre al fianco di Altman, seguita dai manager Bob McCrew e Barret Zoph.

Che sta capitando? Il software più strabiliante e sconvolgente che si ricordi è destinato a diventare un prodotto commerciale, mentre OpenAi lascerà lo status di no profit per diventare a scopo di lucro, facendo di Altman uno degli uomini più ricchi al mondo. Chi se ne va viene intanto sostituito da strapagati giovani geni dell’informatica, che probabilmente si faranno meno scrupoli non avendo vissuto il sogno “Open” dei primi anni. Intanto, nonostante la fuga di manager l’azienda continua ad attrarre investitori.

Parafrasando il Bogart di Deadline vien da dire “E’ il CEO capitalism, bellezza, e tu non puoi farci niente!”.


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