Vita d'artista


Il pittoresco

Capitavo per caso una di queste passate domeniche in Piazza Duomo a Milano e mi sono imbattuta nel mercatino dei libri antichi e usati “Vecchi libri in piazza” precisamente sotto i portici di Piazza Diaz. Un vero appuntamento con il libro raro, introvabile, curioso e da collezione e di grande storia peraltro, nei tempi frequentato da Umberto Eco, Dario Fo e Giuseppe Pontiggia, e che ora coinvolge un centinaio di espositori. 

Se hai fortuna, puoi fare ottimi affari, soprattutto se la giornata è di maltempo. Sergio Malavasi racconta che questa idea gli è nata visitando a Londra una mostra al coperto di libri, e tornato a Milano si è messo all’opera per trovare un punto d’incontro e scadenze fisse “per la promozione del libro e della lettura”. Mi è capitato quel giorno tra le mani un libro inusuale “Il Pittoresco” di Raffaele Milani, pubblicato dall’Universale Laterza, dal costo di 18.000 lire. Mi emoziono sempre un po’ quando leggo i prezzi in lire. Insomma quel tipo di libri letti da pochi ( in questo caso addirittura intonso) che offrono invece ottimi spunti e prospettive.

Il Pittoresco infatti attraversa la storia dell’arte e del gusto, partendo nel Barocco come idea dell’espressione colorita dei sentimenti, del piacevolmente disordinato e irregolare, cioè quell’insolito capace di suscitare alla vista emozioni estetiche, fino ad arrivare al Settecento dove si fa vero e proprio ideale estetico in Inghilterra. Eredita infatti la fortuna della pittura di paesaggio, la scoperta della natura che mira all’immediatezza degli effetti sull’osservatore: una certa libertà d’invenzione che si farà sempre più atto cosciente. Vi è anche un’altra tipologia del pittoresco in voga ancora oggi e che si mescola alle precedenti: l’aspetto folkloristico e le scene insolite, dense di aspetti idilliaci, agresti, paesani e di costume con un descrittivismo che sfocerà poi nel Biedermayer e nel Kitsch.

Ma è nella corrente del Romanticismo che si dissolverà il pittoresco, cioè il “proprio della pittura e dei pittori”, che vedrà anticipati, nel sentimento della natura, i motivi del sublime romantico proprio dell’Ottocento. Il pittoresco infatti viene confrontato con il bello e con il sublime, con degli scenari selvaggi considerati come forme di evasione dalla recente confusione della città e dell’industrializzazione. L’uomo è preso tra un delizioso orrore e una serena contemplazione. Ruvidezza, variazioni improvvise, irregolarità elevano ciò che prima, nel regime classico era considerato improprio, non adeguato, brutto, difforme. Il pittoresco in fondo, fa valere la libertà e la forza della libertà individuale, è la rivoluzione della curiosità.

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In questo numero hanno scritto:

Angela Maria Borello (Torino): direttrice didattica scuola per l’infanzia, curiosa di bambini
Valeria De Bernardi (Torino): musicista, docente al Conservatorio, scrive di atmosfere musicali, meglio se speziate
Roberto Dolci (Boston): imprenditore digitale, follower di Seneca ed Ulisse, tifoso del Toro
Emanuel Gazzoni (Roma): preparatore di risotti, amico di Socrate e Dostoevskij, affascinato dalle storie di sport
Barbara Nahmad (Milano): pittrice e docente all'Accademia di Brera. Una vera milanese di origini sefardite
Riccardo Ruggeri (Lugano): scrittore, editore, tifoso di Tex Willer e del Toro
Guido Saracco: già Rettore Politecnico di Torino, professore, divulgatore, ingegnere di laurea, umanista di adozione.