Paradossalmente, l’uomo che ha scoperto come funziona il ragionamento ipotetico (abduzione), la regola logica del pragmatismo, il paradosso di Cantor indipendentemente dal matematico tedesco, la logica iconico-formale dei grafi esistenziali, la semplificazione logico-simbolica che ha permesso ai computer della NASA di andare sulla luna, è sepolto in un bosco-cimitero privato di un minuscolo paesino, dove la sua lapide era spezzata, semi-interrata e irriconoscibile. Come si sa, gli americani non amano le commemorazioni di Stato, salvo quelle gigantesche del Mall di Washington D.C., che sono però dedicate ai caduti delle guerre. Per tutto il resto, soprattutto se culturale, ognuno tessa la trama con il filo che ha, e chi ha più filo vincerà.
Certo, la vicenda di Peirce è incredibile. Figlio di un barone universitario di Harvard, il matematico Benjamin Peirce, e membro della società più esclusiva d’America, Peirce divenne un grande scienziato, mentre era in auge la stella di suo padre. Fino al 1880, anno della morte del padre, Peirce fu uno scienziato del CNR americano, il Geodetic Survey. Migliorò la metrologia tramite la costruzione di un pendolo particolare, fornì agli Stati Uniti mappe della Terra usate ancora nella seconda guerra mondiale, fu tra i primi a utilizzare la fotografia della luminosità delle stelle per misurarne il diametro, fece studi importantissimi sulla percezione umana. A tempo perso scriveva di logica e matematica, con gli esiti di cui abbiamo parlato.
Dalla morte di suo padre, la vita del brillante scienziato destinato a diventare una stella divenne un incubo. Fu processato per spese indebite – in effetti aveva viaggiato più volte in Europa considerando ogni sfizio personale come parte della ricerca degli Stati Uniti – ed espulso da ogni università per misteriosi comportamenti indegni, che forse si riferivano solo al fatto che avesse divorziato e sposato nel giro di una settimana Juliette Froissy, ballerina dalle oscure origini. Aveva investito l’intera eredità paterna nell’acquisto di terreni e casa a Millford per farci una scuola di logica. Ovviamente non funzionò. Passò gli ultimi trent’anni della sua vita tra debiti, progetti infranti, freddo, fame e isolamento, salvo che per l’adorabile Juliette. Alla sua morte, Juliette per scaldarsi bruciò il suo archivio, ma fortunatamente non i manoscritti, che Josiah Royce, professore alla Harvard, comprò. Anche i manoscritti non furono fortunati e si dovette aspettare il 1931 per cominciare a vederli pubblicati. Come per altri grandi autori, la pubblicazione è tuttora molto lontana dall’essere finita.
Nel 2014 si è tenuto a Lowell, Massachussetts, il grande congresso del centenario di Peirce. Alla fine della settimana e dei 400 interventi, un gruppetto di devoti si è recato a Millford, dove a fatica ha scovato la tomba distrutta. Una decina di grandi studiosi si è dedicata allora a pulire, spolverare, riattaccare, mettere qualche fiore. Dopo di che, stanchi del bricolage a cui non erano avvezzi, hanno deciso di usare il cervello. Molto lavoro burocratico, 20.000 dollari raccolti in un amen e un architetto di grido che ha fatto gratis il disegno hanno portato alla cerimonia di questo aprile. Il grande genio, forse l’unico, del popolo americano ha una tomba, costruita da studiosi di tutto il mondo. Nel più puro spirito del pragmatismo americano: la verità alla lunga vince. Per dirla con lo stesso Peirce: “truth, crushed to the earth, will rise again”. Non c’era modo migliore di festeggiare la Pasqua.