... piace alla cantante. Billie racconta di aver provato a comporre il brano alla chitarra con il fratello che lavora con lei ma “non funzionava; a quel punto abbiamo avuto un brutto blocco creativo". Trovata poi un’alternativa al pianoforte “…tutto aveva di nuovo senso e abbiamo scritto il resto". La canzone è una ballata che secondo i produttori “si inserisce perfettamente nell’emotività della storia del film"; la voce è spesso solo un sussurro ma tagliente quanto lo sguardo di Daniel Craig. Non mancano gli ottoni che lanciano un richiamo al James Bond Theme dell’inizio della saga, 25 capitoli fa. Soprattutto fate caso alle prime note ripetute al piano perché sono quelle comprese nello "Spy chord", il famoso accordo del primo film di 007.
Presentato nel 1962, il tema musicale composto per la prima missione dell’Agente segreto è noto come il suo personaggio, anche se nasce da un pezzo di recupero: il compositore Monty Norman inserì nella colonna sonora di Dr. No (Agente 007 - Licenza di uccidere) un tema per Bond che ai produttori non piacque; Norman allora “rimediò” recuperando un suo pezzo scritto in precedenza. Questa nuova idea fu accettata con riserva: il brano fu arrangiato da John Barry che mise mano al pezzo di Norman in modo consistente, arricchendolo di sonorità e spunti; finalmente il pezzo pareva funzionare. Nacque così il "James Bond Theme" che funzionerà sì, tanto da divenire il marchio di 007. Persino l’accordo con il quale la chitarra chiude il pezzo diventa iconico e si merita un nome, lo "Spy chord" appunto, l’accordo della Spia - mi sol si re# fa# - contenente le stesse note che aprono e chiudono, 25 avventure dopo, il tema di "No time to die".
La fortuna del “tema di Bond”, certamente perfetto per il personaggio cui è associato, è stata anche segnata dal tandem con l’altrettanto famosa “sequenza gunbarrel” ideata dal designer Maurice Binder: inquadratura dall’interno della canna di una pistola, con accordo finale alla chitarra: "Spy chord".