... monetaria. Quando non sai come mettere un pasto a tavola, ricevere $600 alla settimana dal governo e non far la fame tenendo un tetto sulla testa è ben più importante di ventose teorie economiche.
A Trump si deve riconoscere che il recupero dell’economia e dell’occupazione è stato più rapido di tutte le previsioni. Ma l’amministrazione ha l’amaro in bocca, perché l’altra iniziativa economica, dell’imporre dazi ed invertire il deficit della bilancia commerciale, non ha funzionato. Da gennaio a giugno l’export americano è sceso del 25% a 158 miliardi, mentre le importazioni sono calate solo del 17% a 208 miliardi. Oddio, abbiamo 50 miliardi di dollari di deficit nella bilancia commerciale, ma come si vede dai numeri i dollari freschi di stampa finiti in Cina sono pochissimi in paragone a quanto fatto per sostenere l’economia. Anche nel caso dell’Europa, l’import dalla Cina si aggira sui 200 miliardi di dollari, per un deficit commerciale di quasi 100.
La Cina festeggia la fondazione della repubblica il 1 ottobre, con la prima settimana del mese (golden week, settimana dorata) in cui centinaia di milioni di cinesi si danno al turismo e feste. Hanno buoni motivi per festeggiare quest’anno: il virus non è più un problema, l’export è ripartito alla grande e l’economia ha ripreso il verso giusto. Il governo cinese non ha aiutato chi ha perso il lavoro o è in condizioni di povertà, che definisce con una soglia molto bassa di $750 per un individuo. Non ha aiutato quindi la domanda dell’economia, ma ha preferito supportare l’offerta dando soldi ad aziende pubbliche e private per continuare a produrre e costruire.
Xi Jinping e le aziende americane in Cina stanno navigando le tariffe di Trump sapendo che non è possibile separare le economie dei due blocchi, che lo slogan MAGA (make America great again) porta applausi ma nient’altro. Articolo interessante qui.
Adesso vedremo cosa farà il prossimo presidente: che sia Trump, suo surrogato o Biden, in questo istante tutti blaterano di proteggere i lavoratori americani, di favorire gli acquisti locali e di battere l’avversario esterno che di volta in volta è la Cina, la Russia, pure l’Europa. Visto quello che in effetti fanno le grandi banche d’affari USA, che si muovono in senso opposto e sponsorizzano lautamente i candidati presidenziali, un vago sospetto ci può sorgere.