IL Digitale


Torna a casa, Lettore – Parte seconda

Chi segue questa rubrica ogni settimana legge circa 600 parole, spesso al sabato mattino presto. Come abbiamo visto nello scorso numero, usando uno schermo non potete far le orecchiette, o sottolineare, o scrivere un vostro commento che vi consenta di riflettere su questa o quella frase. Come fate a ricordarvi di queste 600 parole la prossima settimana, o dopo mesi? Se discutete con me o altri naviganti di Twitter, avrete anche condiviso ragionamenti ed emozioni a voce (digitale) alta, avrete prestato maggior attenzione, avrete fatto vostro l’argomento e la sua...

... critica, e lo ricorderete meglio.

Il problema è che ognuno di noi controlla il cellulare tra le 150 e le 190 volte al giorno, ognuno di noi viene colpito tra le 60 e 100mila parole al giorno. Se queste sono le prime 600 parole della vostra giornata, stasera è come se aveste letto 100 articoli. In campo lavorativo, relativamente alle sole comunicazioni di business, nel 2000 si ricevevano 25 volte le comunicazioni del 1985, ora stiamo a 40 volte tanto gli stimoli di metà anni ’80. Cos’e successo da allora ad oggi? Internet. Nel 1985 uscivi dal lavoro con un certo grado di stanchezza mentale che oggi è moltiplicato per 40, e noi siamo cambiati.

Intuiamo che, di fronte a questa marea di stimoli, nessuno di noi abbia il tempo di prestare adeguata attenzione per capire cosa gli passa davanti agli occhi. Purtroppo il nostro cervello è tarato per prestare molta attenzione a qualsiasi nuovo stimolo, un comportamento instintivo che chiamiamo novelty bias (per approfondire i pregiudizi cognitivi raccomando questo) e chi progetta la comunicazione sui social media ne approfitta per fregarci.

La cultura moderna premia l’efficienza, la rapidità, la facilità, per cui la società ci spinge a quegli stessi comportamenti cui dovremmo invece resistere, se volessimo capire cosa ci vien detto. Come pecorelle al pascolo siamo spinti a leggere in modo superficiale, e così facendo ricorderemo poco. Questo è un grosso problema, perché la nostra capacità di capire, di fare delle analogie e dedurre si basa su quanto abbiamo nel nostro hard disk, nella nostra memoria stabile. Ma se leggiamo troppo rapidamente senza trattenere nozioni, concetti ed emozioni, lasciamo la zucca vuota, usiamo solo la RAM (memoria volatile) del nostro cervello.

E di questo abbiamo le prove scientifiche: in neuroscienze si parla dei neuroni specchio, che hanno un ruolo fondamentale nel mutuare la comunicazione verbale con quella scritta che raccogliamo in quei 5 centesimi di secondo in cui leggiamo una frase. Consiglio i lavori di Leonardo Fogassi, almeno questo e se avete fretta partite da pagina 8.

L’importanza di leggere con calma, riflettere, prendere appunti, scrivere su un diario le proprie emozioni, critiche e dubbi a quanto si è letto è fondamentale: ci consente di capire e riempir la zucca di idee e conoscenze che torneranno utili alla prossima lettura. Come ci insegna Italo Calvino: “Chi siamo noi, chi è ciascuno di noi se non una combinatoria d'esperienza, d'informazioni, di letture, d'immaginazioni? Ogni vita è un'enciclopedia, una biblioteca, un inventario di oggetti, un campionario di stili, dove tutto può essere continuamente rimescolato e riordinato in tutti i modi possibili”.

In questo periodo Covid, milioni di studenti stanno ore di fronte ad un video per seguire gli insegnanti (conosco scuole che propongono anche educazione fisica via video, invece di dire ai ragazzi di correre al parco), e quando hanno due minuti di paura li passano sul cellulare tra Snapchat, TikTok ed Insta. Per seguirli bene, lo studio della lettura profonda è importante. I ragazzi devono imparare a fermarsi, fare sintesi e ripensare a quanto è passato davanti agli occhi. Devono emozionarsi per attivare e tenere l’attenzione, hanno un gran lavoro da fare, diamogli una mano.

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Zafferano

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In questo numero hanno scritto:

Giordano Alborghetti (Bergamo): curioso del software libero, musicofilo, amante del mare
Angela Maria Borello (Torino): direttrice didattica scuola per l’infanzia, curiosa di bambini
Valeria De Bernardi (Torino): musicista, docente al Conservatorio, scrive di atmosfere musicali, meglio se speziate
Roberto Dolci (Boston): imprenditore digitale, follower di Seneca ed Ulisse, tifoso del Toro
Barbara Nahmad (Milano): pittrice e docente all'Accademia di Brera. Una vera milanese di origini sefardite
Riccardo Ruggeri (Lugano): scrittore, editore, tifoso di Tex Willer e del Toro