...usciti dal loro spazio mediale per investire dall'interno la vita "reale", proprio come fa il virus con una cellula normale.
Non vi è bisogno di un casco né di una combinazione digitale: è la nostra volontà che finisce per muoversi nel mondo come un'immagine di sintesi. Tutti abbiamo inghiottito il nostro ricevitore, il che produce intensi effetti di disturbo dovuti all'eccessiva prossimità della vita e del suo doppio, dovuti al collasso del tempo e della distanza.
Che si tratti di telepresenza, dello psicodramma televisivo in diretta o dell'immediatezza dell'informazione su tutti gli schermi, abbiamo sempre a che fare con lo stesso movimento di cortocircuito della vita reale.
Cari saluti,
Jean Baudrillard