Cercando una risposta, mi è venuto in mente quando, appena adolescente, visitai il Louvre per la prima volta (a quell’epoca La Gioconda era un quadro appeso e non una divinità laica) e nella visita mi imbattei nel gruppo scultoreo di Amore e Psiche, il capolavoro di Antonio Canova (1793).
Rimasi incantata dalla grazia dei due giovani amanti , da Psiche che tendeva le braccia verso l’amato attendendo il suo bacio, i corpi che si incrociavano in morbide diagonali, le ali spiegate di Amore. Girai più volte intorno alla statua, un miracolo compositivo, turbata nel profondo da quell’improvviso struggente contatto reso eterno dal marmo bianco di Canova.
Per associazione d'idee, ecco arrivarmi tra i pensieri The Grandmother di Ron Mueck (2016). È una scultura iperrealistica a grandezza naturale, in cui è rappresentata una donna, anziana e ancora bella, che abbraccia per la prima volta il nipote appena nato. Gli occhi, per la commozione, sono socchiusi; il mento è inclinato verso la creatura, a protezione; le mani incrociate cingono al petto con infinita delicatezza, come un prezioso gioiello, il neonato. Completa la figura una semplice sottoveste di lana, nuova, come il momento unico e indelebile che sta vivendo. È un'opera piena di pathos , silenziosa e potente. La forza della vita nel suo farsi, è l’amore puro.