IL Signor CEO


"Se fate i bravi, vi metteremo tutti sul divano di Stato"

Con gentilezza e cautela, abbiamo chiesto al Signor CEO di tornare sull'argomento principe di queste settimane: "Le va di parlare ancora del 'virus'?". Ecco la sua risposta.

"Senta, potrei parlarle del virus per giorni, ma lo farei come un Burioni qualsiasi (detto fra di noi un genio del marketing), chiacchierando del nulla, però in modo approfondito, come fanno scienziati, politici, task force governative, media. Oggi decido io di cosa parlare. E Lei si taccia.

Noi siamo quattro gatti ma siamo superuomini, lavoriamo per un mondo nuovo, siamo focalizzati affinché tutte le tessere del nostro grande affresco sul futuro millenario dell’umanità, trovino la loro corretta collocazione. Il virus è un’opportunità, l’occasione che la Natura ci ha offerto su un piatto d’argento.

Bill lo affronta con modalità sanitarie (si diverte a giocare con i vaccini), George con modalità finanziarie (si è sempre divertito a giocare con i quattrini). Io in modo multidisciplinare e radicale. Presto decideremo quale modalità usare. Detto fra noi, siamo attrezzati per ogni evenienza, ma non per una rivolta popolare. Basterebbe un’imponente sfilata di cittadini silenti cha marciano verso i Palazzi del potere e noi, e i nostri maggiordomi e guardiaspalle ci squaglieremmo.

Le anticipo il mio progetto (è uno scoop) per debellare il virus. Raggiungerò, in due anni, l’obiettivo del rischio zero. Come? Mantenendo alto il terrore nella popolazione, quindi sostituendo ogni attività umana con la tecnologia e l’IA.

Oggi Le parlo del comparto della produzione industriale. Prendiamo la classe operaia, impiegatizia, basso dirigenziale, che vi opera. Ogni singolo individuo segue un percorso ben definito e ripetitivo. Secondo il nuovo Protocollo, si alza al mattino, indossa guanti e mascherina, prende un mezzo pubblico, arriva sul posto di lavoro, viene sanitizzato, lavora, pranza, lavora, riprende un mezzo pubblico, torna a casa, scambia affettuosità con la sua famiglia.

In ognuna di queste fasi costui, oltre a fare una vita indegna, consuma ricchezza pubblica (presidi sanitari, mezzi pubblici resi costosi per il distanziamento, così i luoghi di lavoro con eccesso di consumo di suolo, presidi ospedalieri, etc. etc.). Nessuna garanzia che costui non possa contagiare ed essere contagiato, malgrado il costosissimo ambaradan messo in atto. Che fare?

L’uovo di Colombo. Per semplicità uso un verbo desueto: robotizzare. Sostituisco a ogni persona del processo produttivo una certa tipologia di robot. L’occasione storica è irripetibile, la motivazione è nobile: salvare l’umanità dal virus. Il robot è parco, non chiede altro che energia elettrica e manutenzione.

A chi perde il lavoro, viene offerto un divano, un tablet e un reddito di cittadinanza e la possibilità di uscire definitivamente dal circuito del lavoro classico, con reciproca soddisfazione. Abbiamo ribaltato il paradigma: il reddito non è più legato al lavoro ma al comportamento. Il divano di Stato sarà al centro della sua vita, con tutto ciò che ne consegue in termini di devozione al nuovo stile di vita.

Certo, una robotizzazione completa richiede capitali, ma oggi il mondo è pieno di quattrini. Un piccolo esempio. Molti genitori, specie in America, quando i figli finiscono il college si pongono il problema dell’Università, con il dilemma costi/benefici. Sempre più famiglie, piuttosto di spendere 200.000 $ per mantenere pigri professori e staff pletorici, per avere poi un disoccupato colto, donano al figlio alcuni robot di pari importo. Lui li affitta a imprenditori a caccia di cash, diventando un locatore di robot, un immobiliarista di asset tecnologici. Uno status sociale superiore al laureato disoccupato.

Come vede, fantasia, innovazione, determinazione, possono risolvere qualsiasi problema sociale. E io li risolverò.

Basta, parlare con lei mi stanca!"

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Valeria De Bernardi (Torino): musicista, docente al Conservatorio, scrive di atmosfere musicali, meglio se speziate
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Barbara Nahmad (Milano): pittrice e docente all'Accademia di Brera. Una vera milanese di origini sefardite
Riccardo Ruggeri (Lugano): scrittore, editore, tifoso di Tex Willer e del Toro