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Epidemia americana di ADHD

L’arrivo di RFK Jnr alla sanita’ americana ha stravolto una serie di fronti: dall’obbligatorietà dei vaccini pediatrici e del Covid, alla riduzione dei costi dei medicinali, alla dieta ricca di grassi saturi e priva di cibi ultraprocessati, alle diagnosi incredibili. Tra queste ultime, RFK Jnr ha acceso un faro sull’epidemia di ADHD (disturbo da deficit di attenzione/iperattivita’).

A differenza di altre malattie mentali che si studiano da anni, questa e’ recente, e pare un’epidemia. Sono molte le domande aperte sul ADHD: com’e’ possibile che in America si registrino piu’ casi che in Europa, ma meno che in Africa e SudAmerica? Perche’ cambia la diagnosi usando il DSM (Diagnostic and Statistical Manual of Mental Disorders) mentre in Europa usano l’ICD ( International Classification of Diseases)? Com’e’ possibile che due professionisti, di fronte allo stesso paziente, concordino sulla diagnosi solo nel 53% dei casi? Come possiamo avere sette milioni di ragazzini (11.4% del totale) con diagnosi di ADHD ed imbottirne la meta’ ( 3.4 milioni) di anfetamine ed altri anti-depressivi?

La diagnosi di ADHD (https://www.cdc.gov/adhd/diagnosis/) parte troppo spesso dall’insegnante, che trova l’alunno disattento, iperattivo ed impulsivo. Il genitore impanicato lo porta dal medico, che quasi sempre convalida la diagnosi e prescrive uno tra i tanti medicinali i cui effetti secondari sono spesso devastanti. Anche il genitore troppo scemo, quello che vuol far promuovere il pupo senza fatica, fa lo stesso: una bella diagnosi di ADHD garantisce all’alunno di non dover sudare sui libri.

Anni fa maestra o pediatra dicevano al genitore di evitare caffeina e limitare gli zuccheri al pupo irrequieto e distratto: oggi gli diamo una patente di ADHD ed anfetamine, cosi’ lo calmiamo a livello zombie fino all’eta’ adulta. Perche’?

Tra i fattori che portano alla crescita di questa diagnosi troviamo la tendenza a giustificare clinicamente quello che e’ un banale comportamento scorretto, il fatto che ansieta’ e depressione producono sintomi simili, l’iper stimolazione da smartphone e social media che sicuramente riduce la capacita’ di prestare attenzione, e purtroppo il fatto che ci sono troppi incentivi economici a dare medicinali e prescrivere terapie costose. Un ragazzino con ADHD e’ una mucca da mungere, che produce ricchezza per anni a venire, cambiando medicinali, sviluppando patologie secondarie, e continuando a fare psicoterapia per provare a risolvere la cosa. Sugli effetti secondari di questi medicinali, potete farvi un’idea qui https://www.thelancet.com/journals/lancet/article/PIIS0140-6736(25)01293-0/fulltext?s=03 e qui https://my.clevelandclinic.org/health/treatments/11766-adhd-medication. All’America l’ADHD costa $122 miliardi l’anno: son soldi.

Il problema di fondo del ADHD e’ che fallisce i test di validita’ ed affidabilita’ medica. Quando vado dal dottore, una combinazione di analisi del sangue, urine o imaging dicono con molta probabilita’ che ho un calcolo renale, una frattura, il diabete. Anche malattie sistemiche, come la celiachia, sono diagnosticate con grande grado di certezza con analisi del sangue, e nel dubbio biopsia. Alcuni tumori possono essere piu’ difficili da scoprire, ma ancora alla fine la diagnostica ci si arriva, il medico conferma la validita’ del verdetto. Con affidabilita’ si intende che diversi medici, diverse macchinari e diversi test arrivano sempre alla stessa conclusione quando analizzano uno specifico paziente. In altri termini, di fronte allo stesso malato due dottori arrivano alla stessa conclusione, e si dicono affidabili.

In questo caso invece siamo all’opposto: un dottore puo’ diagnosticare l’ADHD, un secondo l’ansia, l’altro ti parla di traumi passati da risolvere, il quarto ti dice di metterlo a dieta e farlo correre. Tu genitore, o sbatti la testa contro il capitello corinzio, o sei contento di far saltar la scuola al pupo, o ti armi di manuali e ti metti a studiare. Se invece di essere una vera diagnosi, l’ADHD e’ solo un etichetta per giustificare la capra a scuola, il bimbo capriccioso che disturba in aereo, la scuola che non vuol provare ad insegnare, siamo seri. Specialmente, non riempiamo milioni di fanciulli di anfetamine ed antidepressivi, che li rovineranno per la vita.

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Zafferano

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Valeria De Bernardi (Torino): musicista, docente al Conservatorio, scrive di atmosfere musicali, meglio se speziate
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Riccardo Ruggeri (Lugano): scrittore, editore, tifoso di Tex Willer e del Toro