Quando Luigi Mangione a New York ha ucciso il CEO della più assatanata assicurazione sanitaria, le élites sanitarie han fatto quadrato per evitare che fosse eletto santo a furor di popolo; infatti, quando il giudice ha eliminato alcune imputazioni per la pena capitale, in strada è partita la torcida. Sul tema del costo ed ingiustizia del sistema sanitario, gli animi sono caldissimi.
Trump e’ partito bene, chiedendo a tutte le farmaceutiche di farci pagare il prezzo che già applicano nella nazione più conveniente. Ci mancherebbe: la maggior parte della ricerca e sviluppo farmaceutica è foraggiata con le nostre tasse, buona parte dei medicinali è prodotta in America, non mi puoi far pagare più degli altri. Purtroppo, nonostante l’idea sia corretta, la sua execution è complessa, perché in USA abbiamo troppi intermediari che succhiano sangue tra paziente e casa farmaceutica. Il medico che mi prescrive il medicinale prende una commissione, l’ospedale per cui lavora ne aggiunge una maggiore, ed ancor più grande quella che intasca l’assicurazione, cui paziente e datore di lavoro devono pagare annuali salassi. In questa catena alimentare, assicurazioni ed ospedali sono l’equivalente di orche e squali bianchi, in mezzo a tonni e sardine.
Un secondo problema è la commistione tra le lobby della finanza e quella sanitaria: ho sentito banchieri giustificare la mancanza di ricerca in antibiotici perché non rendono, bloccare il lancio di un anti-tumorale perché son troppo pochi i pazienti con quel tipo di cancro, ed al contrario spingere la promozione di un medicinale quando il semplice sano stile di vita metterebbe a posto il 75% dei pazienti. Ho ascoltato molte persone dire che la vita di un americano conta più di un europeo o giapponese: vi assicuro, andare a queste conferenze vi illumina scenari che neanche Stephen King immaginerebbe nei suoi libri horror.
Ultimo e peggiore blocco alla capacità di ridurre davvero i prezzi, è la mancanza dello stato nella negoziazione dalla parte dei cittadini. Nella maggior parte degli altri paesi il servizio sanitario nazionale si siede a trattare con l’azienda farmaceutica di turno, forte dei milioni di clienti che rappresenta. Al contrario, da noi solo per gli ex-militari c’è il supporto di una forte leva negoziale, per tutti gli altri s’è in pasto ai pesci.
Quindi, per fare in modo che il piano funzioni, il Presidente deve fare un passo nella direzione degli altri paesi, autorizzando almeno Medicare (l’assistenza sanitaria pubblica per gli ultra 65enni) a poter negoziare tariffe e prezzi, sia con le assicurazioni sia con le aziende farmaceutiche, andando a martellare la catena di intermediari che oggi ci succhia salute e risparmi. Facendo questo per gli anziani riporteremmo a livelli accettabili i costi per almeno il 18% della nostra popolazione, e così arriverebbe beneficio secondario a tutti. Se il nonno potesse comprare i medicinali alla metà, o un terzo di quanto li pago io, in poco tempo figli e nipoti riuscirebbero ad usufruire degli stessi sconti.
Questa è una battaglia durissima in America, e se vedrete nuovi scandali inputati a Trump o RFK Jnr non stupitevi, perché la lobby sanitario-finanziaria è al vertice della catena alimentare, e son pronti a tutti per mantenere lo status quo.