... con spregiudicatezza le ben più losche “fake truth”, difficili da decrittare (allignano fra il lusco e il brusco) perché sono segmenti di informazione ove tutto è sì vero, ma viene nascosto un aspetto, un particolare, che se esplicitato ne cambierebbe significato e segno.
E la mitica informazione libera e indipendente del nostro passato, ammesso che ci sia mai stata, via via si spegne. Così, per venti giorni ho praticato uno sciopero totale verso tutti i prodotti dell’informazione/disinformazione di destra, di sinistra, di centro, giornali, radio, tv, internet, social, compresi quelli devoti alle nuove religioni basate su pseudo filosofie fascistoidi-mielose che pretendono di svegliarci, facendoci sentire in colpa di reati antichi fatti da altri.
Così dal 3 agosto mi sono estraniato dal mondo della comunicazione, anche se più corretto sarebbe dire propaganda. Venti giorni dopo, mentre scrivo questo Cameo conosco poco o nulla di ciò che è successo nel frattempo. Come saranno finite le Olimpiadi di Parigi? Come procederanno le tre guerre: Ucraina, Palestina, Houthi? Come starà andando l’economia europea? Chissà se la mitica “inclusione” delle persone e l’altrettanto mitica “elettrificazione” a tavoletta procedono come da programma della Commissione Ursula? Staranno studiando nuove supercazzole ideologiche o finalmente cureranno le ferite delle precedenti?
Anche come andranno le elezioni americane per molti di noi è del tutto indifferente. Personalmente sono fermo all’insegnamento del compianto Angelo Codevilla, tra i fondatori di Zafferano, che spiegò tutto in un suo vecchio libro Ruling Class, edito in italiano da Grantorino Libri. Intuì che mentre l’Europa sarebbe diventa sempre più un banale mercato, che ultra regolamenta l’esistente senza far innovazione, in America al potere sarebbero andati, e si sarebbe perpetuata, una monarchia elitaria (illiberale) formata da famiglie politico-aristocratiche, mixando élite dem e rep, come si fa nel cocktail Mai Tai, con i due rhum, quello chiaro e quello scuro, trattati diversamente.
L’intuizione si è concretizzata con il trio dem/rep Clinton-Bush-Obama che per un quarto di secolo è stato dominante e i cui imbarazzanti risultati appartengono ormai alla storia. Per quel che vale (nulla of course), riporto tal quale un’anticipazione di un influente amico americano: “Il 47° Presidente degli Stati Uniti sarà, in ogni caso, Kamala Harris. Gli elettori confermeranno la decisione presa a luglio delle tre famiglie reali, con una certa sofferenza, per convincere la smaniosa Michelle che quattro anni passano in fretta, e poi finalmente toccherà a lei. La loro nuova versione di democrazia dem/rep prevede infatti che designazione ed elezione siano sinonimi, come avviene da sempre nei Board per la nomina del CEO”. Vero? Falso? Chissà!
È un momento difficile per le persone perbene, qualsiasi attività svolgano. E lo è specie nel mondo dell’informazione. Comunque, come si diceva un tempo, chiudiamo con un caro saluto al colto pubblico e all’inclita guarnigione!