Tecnosofia


Un'ecosistema produttivo per la cura

Denatalità e invecchiamento della popolazione sono oramai condizioni strutturali del Paese. Nel 2024 in Italia sono nati solo 370 mila bambini, con un tasso di fecondità di circa 1,18 figli per donna, molto lontano dalla soglia di sostituzione di 2,1. Nello stesso anno oltre il 24% della popolazione ha 65 anni o più, e l’età media ha superato i 46 anni, segnando una trasformazione strutturale della società e del mercato del lavoro. 

Il divario tra chi ha bisogno di assistenza e chi può fornirla si allarga, con effetti diretti su bilanci familiari produttività e sostenibilità del welfare. Chi paga questi costi? Come evitare di aumentare le differenze sociali?

Possono venirci incontro tre effetti economici rilevanti. Primo: le tecnologie assistive e i servizi di coordinamento digitale possono compensare la diminuzione di caregiver familiari restituendo tempo a chi oggi riduce o abbandona l’occupazione per assistere i propri cari, con un recupero potenziale di centinaia di migliaia di unità lavorative equivalenti. Secondo: molte soluzioni hanno usi “dual use” che aprono a nuovi mercati: robot collaborativi, esoscheletri, sistemi di supporto alla mobilità, software predittivi e sensori intelligenti possono essere applicati anche in manifattura, logistica, turismo accessibile, edilizia intelligente. Terzo: una popolazione anziana adeguatamente supportata può rimanere attiva più a lungo, come consumatore esigente, lavoratore flessibile, mentore, volontario, generando capitale sociale.

La domanda di cura coinvolge un intero ecosistema di tecnologie: robotica assistiva, domotica, sensori, telemedicina, piattaforme digitali di coordinamento e dispositivi di monitoraggio continuo. Il mercato globale delle tecnologie assistive vale oltre 20 miliardi di dollari e potrebbe superare i 30-32 miliardi entro il 2030, spinto dall’invecchiamento e dalle cronicità. L’Italia, con competenze avanzate in meccanica, elettronica, meccatronica, design e in una manifattura capace di personalizzare soluzioni, può candidarsi a diventare uno dei distretti mondiali di questa nuova “industria della cura”.

Serve però anche un quadro pubblico che condivida rischi e benefici con famiglie e imprese. Unite a nuovi approcci assicurativi, politiche fiscali mirate potrebbero finanziare crediti d’imposta o voucher per l’acquisto o il noleggio di tecnologie assistive, con tetti di spesa progressivi per non penalizzare i redditi medio-bassi. Programmi nazionali di formazione e riqualificazione, integrati in percorsi ITS e universitari, possono creare nuove figure professionali ibride: tecnici della cura digitale, progettisti di ambienti longevity friendly, operatori socio-sanitari esperti di robotica leggera. Nuovi modelli abitativi (cohousing intergenerazionale, condomini intelligenti, quartieri della longevità) permettono di testare su scala urbana soluzioni integrate tra sanità, servizi sociali e filiere produttive. Servono infine infrastrutture (banda larga, case e città sensorizzate), filiere produttive (cluster regionali che uniscono imprese, ricerca e servizi) e governance dei dati, per garantire sicurezza, interoperabilità e protezione della privacy.

La longevità diventa così un nuovo campo di sviluppo industriale e sociale, da governare con coraggio: trasformarla da costo a investimento di lungo periodo è una delle poche strategie nazionali possibili nei prossimi decenni. Non abbiamo più tanto tempo per metterla in campo. I lavoratori stranieri per l’assistenza domestica e ospedaliera stanno diminuendo, Torino ne ha persi ben 6000 negli ultimi 3 anni. Ne parleremo la prossima settimana.


© Riproduzione riservata.
Zafferano

Zafferano è un settimanale on line.

Se ti abboni ogni sabato riceverai Zafferano via mail.
L'abbonamento è gratuito (e lo sarà sempre).

In questo numero hanno scritto:

Umberto Pietro Benini (Verona): salesiano, insegnante di diritto e di economia, ricercatore di verità
Valeria De Bernardi (Torino): musicista, docente al Conservatorio, scrive di atmosfere musicali, meglio se speziate
Roberto Dolci (Boston): imprenditore digitale, follower di Seneca ed Ulisse, tifoso del Toro
Giovanni Maddalena (Termoli): filosofo del pragmatismo, della comunicazioni, delle libertà. E, ovviamente, granata
Barbara Nahmad (Milano): pittrice e docente all'Accademia di Brera. Una vera milanese di origini sefardite
Riccardo Ruggeri (Lugano): scrittore, editore, tifoso di Tex Willer e del Toro
Guido Saracco: già Rettore Politecnico di Torino, professore, divulgatore, ingegnere di laurea, umanista di adozione.