Altra cosa è quando un incidente o una malattia ti privano anzitempo del tuo progetto di vita.
Le neurotecnologie stanno facendo passi da gigante in soccorso dei tetraplegici. Interfacce macchina-cervello interpretano i segnali della corteccia motoria - ossia dei neuroni direttamente connessi con i muscoli preposti a imprimere movimenti agli arti - deducendo le lettere che una mano paralizzata sarebbe chiamata a digitare ma non può, il moto di una gamba che di conseguenza dovrebbe muoversi ma non riesce.
Le prime ricerche sono state fatte a livello universitario nel Brain-Interfacing Laboratory del Prof. Nuyujukian a Stanford, grazie all’uso di 200-300 elettrodi immersi nel cervello e connessi con fili a un PC e un’alimentazione elettrica. Nel 2002 un macaco impiantato ha mosso per la prima volta un cursore su uno schermo. Nel 2008 invece si è riusciti a far controllare un braccio robotico sempre a una scimmia, per poi arrivare ad averne un controllo umano nel 2012. Nel 2017 invece una persona ha potuto controllare un cursore sullo schermo di un PC per scrivere col pensiero parole, mentre nel 2018 si è arrivati al controllo mentale di un tablet per navigare in rete, mandare email o giocare a videogiochi.
Poi è arrivato Musk con i suoi forti investimenti. Il suo Neuralink ha segnato una discontinuità tecnologica perché è a batteria, wireless con tecnologia bluetooth, e ha ben 1024 elettrodi sottili come crini di cavallo. I primi esperimenti partirono nel 2019 connettendo il chip N1 alla corteccia somatostesica primaria (percezione del tatto) di un maiale. Poi nel 2021 Neuralink ha pubblicato il cosiddetto “mind pong video” dove un macaco impiantato con due chip N1 giocava una partita di ping pong al computer col pensiero. Questo era il segnale che il loro prodotto era pronto a scalare sull’umano, cosa che la Federal Drugs Administration permise nel maggio 2023.
Trasmettere 2048 segnali wireless in tempo reale ha rappresentato un enorme lavoro di ingegneria per la quantità di dati e per le condizioni mai sperimentate prima. Gli impianti cerebrali presentano rischi: dalle infezioni, al danneggiamento dei tessuti cerebrali, al sanguinamento. Hanno comunque il potenziale di cambiare la vita di chi ha avuto un ictus, una paralisi o una malattia degenerativa, dal Parkinson all’epilessia, dall’Alzheimer alla demenza senile, fino ai disturbi psichici.
Da qui a ridare la vista ai ciechi, come promette Musk, il passo è enorme e appare ingiustificato, come vi ho già scritto, ma l’imprenditore sudafricano qualche volta già ci ha sorpreso.