Musica in parole


Ninna nanna

Quello delle ninna nanne è un patrimonio culturale da conservare e il Consiglio d’Europa ha raccolto le principali melodie dei Paesi europei, tra tradizioni popolari e musica colta, creando il progetto Lullabies of Europe.

Il brano riconosciuto come la più nota Ninna ninna in assoluto è quella scritta per voce e pianoforte da Johannes Brahms nel 1868, “Wiegenlied” op. 49 n. 4. Il testo è tradizionale tedesco.

La musica rivela il carattere di assoluta intimità voluto dall’autore, delicatezza delle sonorità, ritmo cadenzato.

Il pezzo aveva una destinataria: Bertha Faber, in attesa del suo secondo figlio. Il compositore era in amicizia con la famiglia Faber e in precedenza la figura di Bertha era stata significativa nella vita del compositore; Johannes la corteggiava e con la giovane per un periodo aveva mantenuto una fitta, affettuosa corrispondenza.

Come scrive Jan Swafford, biografo di Brahms, nella sua Ninna nanna “la piccola melodia ingenua si dispiega come contrappunto a un ritmato Ländler viennese…”, cioè il musicista inserisce nell’accompagnamento una simbolica contro-melodia, quella che Bertha cantava quando si frequentavano ad Amburgo (lui giovane direttore del Coro femminile della Città e lei giovane corista).

La prima esecuzione di questo brano avvenne a Vienna nel 1869 e al pianoforte ci fu un’altra donna importante per Brahms, la pianista Clara Schumann (moglie del compositore Robert) che ebbe sempre un posto di rilievo nel cuore e nella vita di Johannes.

Anni dopo il compositore inserirà una variazione della melodia nella sua Sinfonia n. 2 ma già al suo apparire la Ninna nanna ebbe un successo prorompente e l’editore ne volle assolutamente anche altre versioni. Ne proliferarono così tante che il primo a lamentarsene fu Brahms stesso, infastidito dall’evidenza che altri “storpiassero il suo contrappunto" negli arrangiamenti.

Il successo di “Wiegenlied " è rimasto nel tempo e ancora oggi se ne sentono i più diversi adattamenti e molte versioni. Quella che vi propongo qui in chiusura è solo strumentale, affidata alla voce calda e avvolgente del violoncello di Yo-Yo Ma; al pianoforte Kathryn Stott.

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