Se fossimo su un comune canale social dovrei indicare l’articolo di oggi come promozione pubblicitaria, fortunatamente per me siete un’utenza più accorta così potrò spiegare il tema odierno.
La mia lunga storia d’amore con questi dodici versi rimati nacque nel 2016 quando preparavo i materiali della tesina di terza media. Avevo scelto come argomento generale la Sinestesia, così l’insegnante di inglese mi portò un paio di fotocopie annerite con alcuni cenni sulla vita dell’autore e questa poesia. Fu un vero colpo di fulmine: Blake raccontava con una semplicità disarmante il passare del tempo e i cambiamenti che esso porta in noi.
Le canzoni dell’autore romantico sono infatti divise nelle due schiere “Songs of Innocence” e “Songs of Experience”, la prima identificata dall’agnello raffigura il candore della gioventù, mentre l’esperienza viene iconizzata dalla tigre scaltra. Limitatamente all’analisi retorico-stilistica vi rimando al chiarissimo sito scolastico che io stesso usai allora, mentre qui sotto vi riporto la mia traduzione fatta l’anno passato.
Andai nel giardino dell’amore,
vidi ciò che mai avevo visto:
una chiesa sorgeva dal bianco
ove solevo oziare nel verde.
E i portoni erano sì serrati,
e sopra era iscritto tu non devi.
Attonito mi volsi al bel parco
che portava dolci fiori in grembo.
E vidi che era colmo di pietre
dove prima la terra fioriva.
Ministri coltivavano rovi
incatenando gioie e desiri.