Ecco direi che per riflettere sul divertente quesito, siano necessarie non poche delucidazioni sul come siamo arrivati a quella bizzarra discussione. Innanzitutto un piccolo cenno autobiografico: sono nato il 10 febbraio 2002, giorno esatto in cui negli States veniva proiettato l’ultimo episodio della quarta stagione di SATC. Posto che le produzioni televisive americane impiegavano quei quattro o cinque anni per essere trasmesse sui canali gratuiti esteri, andavo alle elementari quando mi confrontai con quell’universo modaiolo e cosmopolita. Nel 2009 nacque mia sorella, così ebbi l’occasione di conoscere Peppa: la maialina protagonista dell’omonimo cartone animato dove erano raccontate le avventure della vivace bimbetta. Ma come ho potuto assimilare un telefilm disinibito sulla vita sessuale di quattro newyorkesi e l’intrattenimento prescolare dei più piccoli?
Sono due modelli femministi! Peppa è una bambina indipendente capace della maturità cui sono sprovvisti molti adulti e sfida quotidianamente gli stereotipi giocando coi maschietti a calcio. Alla stessa maniera le ragazze americane dimostrano come una donna possa essere ambiziosa, intelligente, lavoratrice, libera dalle coercizioni sociali vivendo alla pari di un uomo, pure nella sessualità. Sebbene manifestino differenti età e tematiche, entrambi i contenuti televisivi raccontano varie fasi della moderna vita al femminile: quello spazio dove superare finalmente vecchi confini paternalistici.