Il sosia

"Osservare la propria nemesi è riflettersi in una pozza d’acqua". Giungo a questa considerazione quasi per caso, seguendo un filare dei pensieri che s’intessono come da soli all’abbacinante rivelazione. Tentiamo di recuperare il bandolo della matassa mentale: viviamo un dualismo di amore e morte verso coloro che sentiamo antagonisti poiché questi ci risultano troppo simili. 

Risulta banale se pensiamo a come si respingano due cariche positive in una qualsivoglia coppia di magneti posti l’uno dinanzi all’altro. Eppure, nonostante un fisico respingimento, emerge una drammatica indispensabile necessità di contemplare e contemplarci presso il nostro doppio. Ma perché?

In soccorso sopraggiunge primo su tutti Ovidio, quando raccontando il mito di Narciso, riferisce della sua morte: punito da Nemesi per la propria freddezza verso la ninfa Eco, morirà «conoscendo se stesso». Ecco, la colpa del proprio disdegno è sanata tramite un omicidio: quello praticato dall’acqueo doppio sul suo originale terreno. Impossibile è non notare l’incapacità di mettersi in salvo del giovane, sedotto dal proprio riflesso e ucciso dall’impossibile amore per l’eguale immaginato. Spogliata della grazia del mito la rilettura ottocentesca di Fëdor Dostoevskij, dove l’approccio cinico e irridente del russo è condensato nel romanzo Il sosia - Poema pietroburghese. La storia delinea un perenne duello fra il protagonista Jakov Goljadkin e l’antagonista Goljadkin minore, una logorante guerra psicologica che culminerà nella banale rivelazione: il sosia è la proiezione mentale della coscienza di Jakov. Concludo prendendo a prestito un’espressione della tradizione ellenica: «gnoti sauton - conosci te stesso», mi raccomando, tenere lontano da scarichi, acque di superficie e acque sotterranee.


© Riproduzione riservata.
Zafferano

Zafferano è un settimanale on line.

Se ti abboni ogni sabato riceverai Zafferano via mail.
L'abbonamento è gratuito (e lo sarà sempre).

In questo numero hanno scritto:

Alessandro Cesare Frontoni (Piacenza): 20something years-old, aspirante poeta, in fuga da una realtà troppo spesso pop
Umberto Pietro Benini (Verona): salesiano, insegnante di diritto e di economia, ricercatore di verità
Angela Maria Borello (Torino): direttrice didattica scuola per l’infanzia, curiosa di bambini
Valeria De Bernardi (Torino): musicista, docente al Conservatorio, scrive di atmosfere musicali, meglio se speziate
Roberto Dolci (Boston): imprenditore digitale, follower di Seneca ed Ulisse, tifoso del Toro
Giovanni Maddalena (Termoli): filosofo del pragmatismo, della comunicazioni, delle libertà. E, ovviamente, granata
Barbara Nahmad (Milano): pittrice e docente all'Accademia di Brera. Una vera milanese di origini sefardite
Riccardo Ruggeri (Lugano): scrittore, editore, tifoso di Tex Willer e del Toro