“Per chi ha passato la vita a occuparsi di business, di management, di comportamenti organizzativi dei leader, l’occasione offerta da Papa Bergoglio era troppo ghiotta per non intervenire.
Papa Bergoglio, da gesuita qual è, ha trovato un termine bellissimo, “malattia”, in luogo del sociologico “comportamenti organizzativi”, per descrivere i valori (negativi) dei collaboratori che si è ritrovato nella Curia. Ha creato così un originale protocollo, al quale sottoporre Vescovi e Cardinali di Curia, indicando per ciascuno, immagino, i valori delle rispettive analisi cliniche: “normalità”, “zona grigia”, “codice rosso”. Ecco le 15 “malattie curiali” (per noi laici, “comportamenti organizzativi negativi”), da lui individuate:
1 Del sentirsi immortale o indispensabile
2 Dell’eccessiva operosità
3 Dell’impietrimento mentale e spirituale
4 Dell’eccessiva pianificazione
5 Del mal coordinamento
6 Dell’Alzheimer spirituale
7 Della rivalità e della vanagloria
8 Della schizofrenia esistenziale
9 Delle chiacchiere e dei pettegolezzi
10 Del divinizzare i capi
11 Dell’indifferenza verso gli altri
12 Della faccia funerea
13 Dell’accumulare
14 Dei circoli chiusi
15 Del profitto mondano, degli esibizionismi.
Scorrendo questo elenco si evince che Bergoglio non teme di apparire ingenuo, la terminologia usata sarà pure approssimativa come dicono i colti, però non si stupisce che gli uomini di Curia siano esattamente uguali ai supermanager e ai politici al potere in Occidente, da lui da sempre molto criticati.
Presunzione, smania di potere, invidia, pigrizia mentale, narcisismo, servilismo, e poi “Alzheimer spirituale” e “Schizofrenia esistenziale” dei curiali. Mi hanno ricordato celebrati supermanager e sopravvalutati politici.
In questa check list mi ci ritrovo, la considero esaustiva, anche se mancano i “pesi”. Mentre la fauna di cui finora mi sono occupato era composta da banchieri di Wall Street “gessati”, da supermanager “casual”, da ragazzotti di Silicon Valley “infelpati”, da politici in “Lebole”, ora ci metterò pure i Cardinali di Curia, avvolti nel “corale rosso porpora”.
Papa Bergoglio, col massimo rispetto, Le posso dare, sottovoce, un suggerimento? Se i suoi collaboratori di Curia soffrono delle malattie tipiche del CEO capitalism non pensi di poterli ricuperare, li “traslochi” tutti, uno per monastero. Chiuda la Curia, stia certo, senza le posizioni apicali e senza le funzioni di controllo, le organizzazioni umane (Stati compresi) di colpo rifioriscono (nelle “mie ristrutturazioni laiche” il primo atto era “chiudere” i Quartier Generali).
Lei usa spesso il termine “parresia” perfetto in termini di analisi (significa “schiettezza”, ma pure “sopra le righe”), ma non quello “definitivo” di San Bernardo (“in capite et in corpore”).
Ottimo liberarsene. Un modestissimo consiglio manageriale. Si metta a girare il mondo, porti avanti la sua strategia: ricuperare fedeli, puntando all’Asia, all’Africa, alle Americhe. Lasci perdere l’Europa e le città costiere degli Stati Uniti, ormai sono lande abitate da individui moralmente sordidi, dei falliti chic politicamente corretti.
Santità, per quel che vale (mi creda, nulla), io la penso come lei”.
Questo Cameo, fu consegnato in anteprima a un membro di Curia, purtroppo scomparso, che mi disse di averlo sottoposto al Papa (non gli credetti). Era il 2014. Ora come sarà la Curia? Immagino che non ci siano più “malati”.
Le nostre élite, da sempre al potere, già nel 2014 soffrivano delle 15 “malattie curiali” scoperte da Papa Bergoglio. Nove anni dopo mi pare che ci sia stata una drammatica diffusione della “Malattia 6” (Alzheimer spirituale), il che ha comportato l’esplosione della “Malattia 8” (Schizofrenia esistenziale) facendo precipitare gli euro-americani nella cronicità della “Malattia 10” (Divinizzazione dei Capi). Con una questione sintetica finale: il cancro woke si potrebbe definire “fascismo elitario come stile di vita”?
Lo scopriremo vivendo. Prosit!