L’estate 2023 verrà ricordata come la prima nella quale i sauditi hanno scosso il calcio e le opinioni pubbliche europee per una campagna acquisti obiettivamente fuori dalla portata economica per qualunque campionato al mondo che non sia la Premier League inglese. La Saudi Pro League si attesta oggi come seconda lega che più ha investito in questa sessione di mercato circa 820 milioni di euro (per ora sic!) e sesta per valore totale di mercato delle rose con 1,1 miliardi di euro (dati Transfertmarket) mettendosi subito alle spalle sia la Jupiler Pro League belga che l’Eredivisie olandese. Già lo sbarco a gennaio di Cristiano Ronaldo aveva fatto presagire che il Regno facesse sul serio, poi l’arrivo di campioni generazionali come Benzema e Neymar o di primissima fascia Mahrez, Firmino, Manè, Kantè, Koulibaly, Brozovic e tanti altri ottimi giocatori di età tra 25 e 35 anni, lo ha confermato.
Negli anni scorsi si erano verificati casi analoghi di leghe extra continentali che a suon di milioni tentavano di accaparrarsi talenti europei, ma i risultati ottenuti furono talmente insoddisfacenti che i progetti naufragarono in breve tempo, vedi caso Cina trattato nel secondo articolo di questa rubrica.
I soldi sono una parte centrale e fondamentale per spiegare quel che sta avvenendo in Arabia Saudita, ma non l’unica ed è per questo che si cercherà di analizzare più punti di vista tra cui quello geopolitico, energetico e socio-culturale, anche con la straordinaria capacità di sintesi di Riccardo Ruggeri nella prossima intervista qua nella rubrica.
Verde Petrolio dunque sarà una rubrica nella rubrica, dove periodicamente vi saranno articoli con gli sviluppi che interessano lo sport saudita ed arabo in generale.
Vision 2030, il programma strategico lanciato nel 2016 dal principe ereditario Mohammed Bin Salman al fine di ridurre la dipendenza dalle fonti fossili da cui dipende il 40% del PIL del Regno, diversificare l’economia del Paese ed elevarlo al rango di grande potenza mondiale, in ambito sportivo sta già facendo vedere tutte le sue potenzialità in termini sia di spesa (grazie alle risorse pressoché illimitate del Public Investment Fund PIF) sia di marketing e comunicazione: nel calcio, nel tennis con l’arrivo delle “Next Gen ATP Finals” strappandole all’Italia, nel golf con l’unione tra il circuito LIV (finanziato direttamente dal fondo saudita) e PGA TOUR, nel cricket con il progetto di creare una super lega di valore mondiale, nella Formula 1 con un gran premio e l’ipotesi di ospitarne presto il secondo.
Investimenti ingenti, programmazione, idee e la contagiosa passione del popolo saudita ed arabo saranno dunque sufficienti a strappare la centralità occidentale ed europea nello sport?