Onestamente questo tipo di domanda, molto ricorrente in tutti gli sport, non suscita in me grande interesse, in quanto, confrontare atleti di epoche diverse, lo ritengo un inutile esercizio. Più intrigante è approfondire invece la figura dell’Uomo e dello sportivo ed in cosa si contraddistingue rispetto agli altri.
Possiamo certamente dire che incarna perfettamente il modello dell’atleta moderno (al pari di LeBron James, Cristiano Ronaldo, Lewis Hamilton), le cui caratteristiche principali sono date dalla cura maniacale ed ossessiva per il proprio corpo, allenamenti mirati, una attenzione spasmodica per l’alimentazione e la concentrazione interiore attraverso pratiche meditative. Lo sport di oggi dimostra che il solo talento non è più sufficiente, per eccellere, è necessaria una preparazione meticolosa e completa nei diversi ambiti della vita quotidiana.
Un fisico agile, elastico ed allo stesso tempo forte, grazie ad allenamenti di alta qualità, hanno permesso a Djokovic di essere resistente nel lungo periodo e poter vincere maggiormente rispetto ad altri, dunque il primo aspetto da sottolineare è l’integrità fisica.
Ciò che tuttavia del tennista serbo colpisce di più, sono le altre due caratteristiche che lo connotano in modo particolare. L’integrità mentale, fatta da determinazione e leadership rare, e l’ancor più unico, dominio mentale che ha su di sé, sull’avversario, sulla partita e sull’ambiente circostante. Questo dominio totale è qualcosa di eccezionale, e grazie a ciò, può “scherzare” con gli avversari, potendosi permettere perfino il lusso di annullare due Championship Point a Roger Federer, in una delle finali più leggendarie della storia di Wimbledon e poi vincere, nonostante tutto il pubblico supportasse apertamente il campione svizzero.
Un dominio mentale così totale lo si è visto solo in Michael Jordan.
La terza caratteristica che rende Djokovic così completo è l’integrità morale che si esplicita nel portare avanti quello in cui crede fermamente, finanche mettendo a rischio la sua stessa carriera, come avvenuto lo scorso anno, quando per la sua decisione di non ricevere la somministrazione del vaccino non potè prendere parte all’Australian Open. Senza entrare nel merito della vicenda e senza dare giudizi, la sua forza di volontà nel portare avanti la decisione presa, nonostante quello che comportasse e le fortissime pressioni provenienti da politica, media ed opinione pubblica di tutto il mondo, non può passare inosservata e denota un carattere ed un modo di pensare certamente fuori dal comune.
Tutta quella pressione e la rabbia per la mancata partecipazione, lo hanno portato a dominare e vincere il torneo di quest’anno, terminando il quale, si è gettato a terra in un pianto liberatorio che ne ha dimostrato la sua umanità, amore per le sue idee ed il tennis.