L'insegnante è, infatti, un "produttore di Repubblica", la cui missione è promuovere il "pieno sviluppo della persona umana". Questo ruolo, profondamente civico, porta i docenti a considerarsi non solo dei professionisti, ma anche degli "intellettuali impegnati a formare coscienze critiche". Nonostante le difficoltà e la stanchezza, la loro identità resta saldamente ancorata a un'importante funzione sociale. Il compito dell'insegnante supera la dimensione puramente accademica.
L'obiettivo, come sottolineato anche dai rapporti dell'UNESCO, è "insegnare a vivere" e "insegnare a essere". La scuola deve diventare uno spazio in cui gli studenti imparano a sviluppare un pensiero libero e critico, ad acquisire competenze per la vita e a trovare la propria realizzazione. Il docente si trasforma in un "consigliere" e un "partner nella conversazione", facilitando un percorso di maturazione personale e sociale, che include l'apprendimento a "vivere insieme". La sua identità è talmente ricca e complessa che non può essere racchiusa in una sola definizione. I testi propongono una serie di modelli complementari che ne descrivono le diverse sfaccettature: L'insegnante-artista, che infonde creatività e intuizione nel suo lavoro; L'insegnante-ingegnere, che pianifica e struttura percorsi didattici rigorosi; L'insegnante-ricercatore, che riflette sulla sua pratica e cerca soluzioni innovative; L'insegnante-intellettuale, che possiede una solida consapevolezza storico-culturale; L'insegnante-agente, emancipatore che promuove la libertà e la coscienza critica attraverso il dialogo; L'insegnante metariflessivo, che si adatta alla complessità del mondo contemporaneo (come l'Intelligenza Artificiale), mettendo in discussione i propri schemi mentali; L'insegnante-libertario che valorizza l'educazione "incidentale", trasformando ogni esperienza in un'opportunità di apprendimento; L'insegnante repuerescens che sa "tornare fanciullo" per comprendere meglio i suoi studenti senza perdere autorevolezza.
Questi modelli non sono in contrapposizione, ma si integrano a vicenda, offrendo una visione completa di un mestiere che richiede un costante equilibrio tra rigore e creatività, pianificazione e flessibilità. In un periodo di precarietà e sfiducia, emerge la necessità di una "rivolta educativa" per contrastare la burocratizzazione e l'appiattimento della scuola.
Le ricerche indicano che un "buon insegnante" si riconosce da una serie di qualità imprescindibili: una preparazione disciplinare solida, la capacità di comunicare in modo responsabile, la sensibilità d'animo, la conoscenza dei problemi sociali e, soprattutto, l'amore per gli allievi. Il docente ha il delicato compito di "aiutare a nascere" i ragazzi nel mondo, agendo come facilitatore della loro crescita e mantenendo un dialogo costruttivo con le famiglie. La figura dell'insegnante è quella di un professionista che va oltre il tecnicismo. È un testimone di umanità, un mediatore culturale, e un promotore di giustizia, che con passione, competenza e creatività, contribuisce a formare una società più libera, più giusta e più consapevole.