IL Digitale


La scuola remota

Il Prof. Giardino, che al mio liceo insegnava lettere e latino, ogni tanto raccontava delle sue peripezie in giro per l’Italia insegnando in scuole remote: dalle Alpi del Trentino a paesi remoti in Abruzzo e Calabria, aveva portato generazioni di ragazzi ad apprezzare Dante, Petrarca, Seneca. La fatica sua, dei ragazzi e dei loro genitori, per far imparar qualcosa ai pupi e prepararli alla...

... vita adulta, stava nel far kilometri per andare a scuola.

Passa qualche anno ed un virus terrorista, ed il significato di “scuola remota” cambia: tutti in casa, ad insegnare ed imparare attraverso piattaforme digitali mai abbastanza open (aperte) e sempre pronte a riprendere spezzoni di vita famigliare.  La fatica ha lasciato il posto all’ansia: licenziamenti, lavoro pagato sempre peggio e più difficile da trovare, burocrazia e sistemi di controllo che tolgono il piacere di insegnare.

Dai tempi di Scuola Radio Elettra ed istituti professionali ad oggi, la formazione professionale ha spesso patito una condizione di scherno, ma la paura di avere i pupi in casa fino a 40 anni senza un lavoro ed un degno stipendio stanno cambiando questa considerazione. Nel mondo digitale, dove tecnologie, linguaggi di programmazione e strumenti cambiano rapidamente, la formazione remota è esplosa in questi mesi di Covid. Cercare di imparare una qualsiasi cosa che aumenti le possibilita’ di lavoro, specie remoto, è una priorità per tanti ragazzi e famiglie.

Lambda School è una delle tante aziende private che eroga corsi (tra i nove e 18 mesi l’uno) sulle discipline digitali, dallo sviluppo software all’intelligenza artificiale, per la bellezza di $30.000 a corso. Li spendereste? Lambda vi manda la fattura solo se trovate un lavoro che paga almeno $50.000 all’anno, e lega le condizioni di pagamento agli aumenti di stipendio che ottenete.
In questo istante hanno tremila studenti, ma le richieste fiocanno da tutto il mondo e non sanno come star dietro alla domanda. Ogni corso ha una componente dal vivo con l’insegnante, esercitazioni con i compagni ed è altamente personalizzata sulle richieste e capacità del partecipante. Ho già scritto in passato dei MOOC (massive open online courses) e del fatto che le Università più prestigiose usano queste piattaforme digitali per eliminare la concorrenza, ma qui cambia il paradigma.

Hai un mese per capire se il corso fa per te (senza pagar nulla) e poi, se lo completi, pagherai solo quando lo stipendio lo consente.  In questo istante non ho ritroMOOCvato Dante, Petrarca e Seneca tra i corsi in offerta, ma cominciano ad avvicinarsi a materie umanistiche e trattano la linguistica in modo quasi decente (perché prepara a corsi più sofisticati sull’intelligenza artificiale).

Che ne pensate ? Tuittate : )

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In questo numero hanno scritto:

Giordano Alborghetti (Bergamo): curioso del software libero, musicofilo, amante del mare
Angela Maria Borello (Torino): direttrice didattica scuola per l’infanzia, curiosa di bambini
Tommy Cappellini (Lugano): lavora nella “cultura”, soffre di acufene, ama la foresta russa
Valeria De Bernardi (Torino): musicista, docente al Conservatorio, scrive di atmosfere musicali, meglio se speziate
Roberto Dolci (Boston): imprenditore digitale, follower di Seneca ed Ulisse, tifoso del Toro
Giovanni Maddalena (Termoli): filosofo del pragmatismo, della comunicazioni, delle libertà. E, ovviamente, granata
Barbara Nahmad (Milano): pittrice e docente all'Accademia di Brera. Una vera milanese di origini sefardite
Riccardo Ruggeri (Lugano): scrittore, editore, tifoso di Tex Willer e del Toro