Notizie dagli USA


Piattaforme digitali contro Covid

Mercoledì 29 luglio, con grande fanfara dei media domestici ed internazionali, il Congresso USA griglia i capi di Facebook, Apple, Amazon ed Alphabet (Google), accusandoli di posizioni monopolistiche e di schiacciare la concorrenza. I CEO con la felpa hanno risposto secondo copione: vestiti con completi grigio topo, aria contrita fantozziana e sfondo...

... poveraccio con mobili della nonna, hanno concesso il goal della bandiera con la loro deferenza ai politici. Poi hanno fatto capire che sono loro che comandano: il sogno americano dell’uomo più ricco del mondo, la creazione di nuovi mercati, l’esportazione della democrazia nel mondo. 4-1, non c’è mai stata partita. 

Giovedi 30 luglio, giusto per martellare ancora il concetto di chi comanda, sono usciti i risultati borsistici del semestre per vedere l’impatto del Covid. Mentre il resto della borsa s’è barcamenato sul pareggio, i quattro hanno aggiunto $274miliardi di dollari ai loro forzieri e le loro azioni sono salite del 13% per Alphabet, del 23% per Facebook, del 39% per Apple, del 74% per Amazon, battendo in media del 7% le stime piu’ ottimistiche degli analisi finanziari.

Andrew McAfee, del MIT di Boston, ha parlato della differenza nella risposta al virus da parte di Cina e paesi dell’estremo oriente da una parte, Europa ed America dall’altra. Mentre in Asia i governi hanno imposto maschere, distanziamento e tracciatura dei contagi con forza e disciplina, in Europa la risposta tardiva ha impattato sui sistemi sanitari, ed in America la gestione a macchia di leopardo ha lasciato zone del paese dove la pandemia sta rifacendo gli stessi danni che si pensava potessero essere confinati a New York. Queste differenza hanno esacerbato l’altra caratteristica della società americana: la disuguaglianza sociale.

È vero che l’amministrazione è riuscita a recuperare 10 dei 40 milioni di lavori persi, ma i disoccupati erano già poveri prima, e spesso non hanno assicurazione sanitaria o risparmi a disposizione.  Con la crescita esponenziale del commercio elettronico e del lavoro da remoto, chi s’è trovato a mal partito era chi già prima non arrivava a fine mese. Il sussidio di disoccupazione di $600 settimanali ed il divieto di sfratto è finito a luglio.  Nella ricca California, 5 milioni di persone sono a rischio povertà: se dovessero pagare una cura, gli aumentassero l’affitto, o il datore di lavoro diminuisse le ore lavorate, questi finirebbero ad elemosinare un piatto ed un letto. Dal primo agosto il 33% dei californiani (punta di 45% per gli ispanici e minimo del 20% per i bianchi) non ha i soldi per l’affitto.

Il problema delle piattaforme digitali non è il monopolio oggetto delle domande del Congresso, ma la capacità di estendere la logica dei lavoretti mal pagati (gig economy) ad una fascia ampia della popolazione. Se i magazzinieri di Amazon guadagnano $15 all’ora e già si barcamenano per arrivare a fine mese, pensate a chi ne prende $4: novelli schiavi? 

Mary Basset, responsabile del Health and Human Rights Center della Harvard T.H. Chan School spiega: "Gli USA hanno avuto più morti di tutti gli altri paesi perché se pensiamo alla disuguaglianza del nostro capitalismo, quella deriva dall’uso originale degli schiavi... E questo lo vediamo anche oggi: essere ispanici o neri significa aver molte più possibilità di esser povero, un fattore di rischio importante per questo virus”. Per chi volesse approfondire, qui un interessante pdf.

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In questo numero hanno scritto:

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Barbara Nahmad (Milano): pittrice e docente all'Accademia di Brera. Una vera milanese di origini sefardite
Riccardo Ruggeri (Lugano): scrittore, editore, tifoso di Tex Willer e del Toro