IL Digitale


Come facciamo spazio alle memorie?

Gli studi più recenti nel campo delle neuroscienze portano a valutare in circa 1.000 terabyte la memoria del nostro cervello, di cui 75 nella corteccia pre-frontale, l’area del cervello dove ragioniamo. Pensando al computer che usate in questo istante, ha all’incirca 1 terabyte di memoria e contiene film, libri e tutte le foto possibili delle vostre vacanze. Perché mai il nostro cervello, con così tanta capacità, dovrebbe aver bisogno di far pulizia dei ricordi, di far spazio per ulteriori memorie?

Se pensate al colore della vostra prima bicicletta, il ricordo si accende immediatamente: la vedete e subito rivivete il contesto in cui l’avete ricevuta, come fosse ieri. Se invece provate a ricordare cosa avete fatto a scuola il 22 aprile di quando eravate in quarta elementare, non ce la fate. Al contrario, un computer con abbastanza memoria riuscirebbe a conservare tutte le informazioni, tanto della bici quanto delle lezioni della quarta elementare, senza distinzioni, senza emozioni che privilegino un ricordo rispetto ad un altro.

“I neuroni che sparano assieme, crescono assieme” è un vecchio motto del campo delle neuroscienze, e sta ad indicare che più facciamo girare un certo circuito, come il ricordo della bici, più quello cresce e rimane efficace e rapido nel nostro cervello. Vale per un esperienza passata come per la pratica di un attività psico-motoria, come suonare il pianoforte o giocare a tennis. Per far questo, per migliorare costantemente nel nostro lavoro, nei nostri hobby, ed in generale nelle attività che compiamo quotidianamente, sviluppiamo tantissime nuove memorie. L’operaio che sapientemente tende la tela di un nuovo pneumatico, il panettiere che sa esattamente con quanta forza e movimenti impastare, l’artista che preme quel tasto del pianoforte esattamente con la pressione necessaria per lo spartito che legge e la resistenza dello specifico tasto, lo fanno a memoria. Non ci pensano neanche lontanamente, ma ogni movimento è frutto di esperienza, di un grandissimo numero di memorie.

Chiara l’importanza di avere neuroni potatori nel nostro cervello: come i giardinieri in primavera, le cellule microgliali riconoscono sinapsi e circuiti meno utilizzati e li eliminano. Quando un ricordo non viene usato, le sue sinapsi perdono ossigeno e vengono marcate con una proteina (C1q) che la cellula microgliale riconosce, e taglia. I giardinieri entrano in azione quando dormiamo, ed il cervello a riposo fa spazio perché passino ed puliscano. Quando vi svegliate dopo una buona dormita e sentite il cervello sgombro e pronto, in effetti avete ragione. Il cervello ha fatto spazio per imparare cose nuove, nuovi pensieri, per migliorare ancora. Il funzionamento di questi giardinieri, che appartengono alle cellule del sistema immunitario, ci dà anche informazioni importanti sui processi infiammativi e degenerativi, aprendo nuovi filoni nella ricerca su cancro, demenzia ed Alzheimer.

Gli stessi algoritmi di intelligenza artificiale che Netflix e Facebook usano per proporvi quale film guardare, ora vengono usati per capire i processi infiammativi neurologici. Con il machine learning si possono monitorare diverse parti del nostro cervello, in tempo reale, e capire quali sono i circuiti sani ed ossigenati e quelli che si atrofizzano e che devono essere eliminati. Dal cervello al resto del corpo sono decine di migliaia le proteine che continuamente segnalano cosa funziona e cosa no, e ci possono dire chi sono i probabili amici e nemici da evitare. Pensate: lo stesso software che vi propone delle amicizie su Instagram, ora comincia a capire quali sono i processi metabolici da aggiustare. Per saperne di più, qui.

E ricordatevi: dormire è veramente importante. Per conservare i ricordi belli, per tener libero il nostro cervello e sotto controllo i processi infiammativi.

© Riproduzione riservata.
Zafferano

Zafferano è un settimanale on line.

Se ti abboni ogni sabato riceverai Zafferano via mail.
L'abbonamento è gratuito (e lo sarà sempre).

In questo numero hanno scritto:

Riccardo Ruggeri (Lugano): scrittore, editore, tifoso di Tex Willer e del Toro
Angela Maria Borello (Torino): direttrice didattica scuola per l’infanzia, curiosa di bambini
Valeria De Bernardi (Torino): musicista, docente al Conservatorio, scrive di atmosfere musicali, meglio se speziate
Roberto Dolci (Boston): imprenditore digitale, follower di Seneca ed Ulisse, tifoso del Toro
Barbara Nahmad (Milano): pittrice e docente all'Accademia di Brera. Una vera milanese di origini sefardite