IL Digitale


Internet of Things

Con Internet of Things intendiamo la capacita’ di connettere oggetti di tutti i generi ad internet: la lista e’ limitata solo dalla fantasia.

A seconda del tipo di oggetto, possiamo anche avere sensoristica che trasmette una serie di parametri: dalla manutenzione di una macchina ai parametri vitali di un paziente, dal consumo di energia ad altri ancora. Infine possiamo aggiungere l’intelligenza artificiale per imparare, predirre e quindi consigliare come meglio usare questi prodotti intelligenti.

Distinguiamo tra hype, o fuffa, e quanto effettivamente funzioni e possa essere utile. Ogni volta che usiamo uno di questi oggetti, rendiamo pubbliche informazioni sui nostri spostamenti e sulle nostre abitudini che ci rendono piu’ vulnerabili ai tentativi di vendita delle aziende, ed ai tentativi di controllo di altre organizzazioni.

Il progresso tecnologico nella trasmissione dati come il 5G, nell’intelligenza artificiale e nell’elettronica sempre piu’ economica ed affidabile, rendono conveniente la transformazione di un qualsiasi oggetto in intelligente, smart.  Tuttavia, le leggi della fisica continuano a governare i vincoli di questi strumenti, mentre le leggi degli Stati continuano a stabilire paletti per la salvaguardia della sicurezza e della privacy, rendendo molto complesso il mondo dell’Internet of Things.

L’automobile intelligente, specie se (quasi) completamente autonoma, non e’ divertente da guidare e non e’ detto che protegga sempre il proprietario e guidatore nel modo migliore: se vede cinque bambini attraversare d’improvviso la strada, cosa fara’? Sopprattutto, dovendo scambiare dati ed istruzioni con un unita’ centrale nel cloud, quanto e’ soggetta a problemi accidentali se non attacchi cyber?  Il recente caso del 737 che non ha consentito ai piloti di rialzare il naso dell’aereo, schiantando due aerei pieni di passeggeri, non e’ fantascienza.

Ovviamente il business ha tutto l’interesse a promuovere l’hype su questi nuovi sviluppi, perche’ devono differenziare i propri prodotti ed evitare la logica di commodity che gli abbassa i profitti. La prima azienda automobilistica al mondo oggi guadagna solo con i marchi premium (Audi e Porsche), mentre il resto e’ commodity sempre piu’ ricca di elettronica, sensoristica ed intelligenza informatica.

Cambia la vendita, dall’oggetto di cui si compra la proprieta’, al servizio a consumo. Non devo piu’ comprare un automobile se posso pagarne una solo quando mi serve, e questo e’ possibile proprio in ragione della sua connessione ad internet. E’ veramente un affare per i consumatori?  Se pensiamo che la nostra mente non si concentra su spese frequenti e di basso importo, possiamo star sicuri che sul prezzo dei servizi occorre molta attenzione.

© Riproduzione riservata.
Zafferano

Zafferano è un settimanale on line.

Se ti abboni ogni sabato riceverai Zafferano via mail.
L'abbonamento è gratuito (e lo sarà sempre).

In questo numero hanno scritto:

Filippo Baggiani (Torino): commerciale settore moda, scrittore allo stato quantico
Angela Maria Borello (Torino): direttrice didattica scuola per l’infanzia, curiosa di bambini
Tommy Cappellini (Lugano): lavora nella “cultura”, soffre di acufene, ama la foresta russa
Valeria De Bernardi (Torino): musicista, docente al Conservatorio, scrive di atmosfere musicali, meglio se speziate
Roberto Dolci (Boston): imprenditore digitale
Marinella Doriguzzi Bozzo (Torino): da manager di multinazionali allo scrivere per igiene mentale
Pietro Gentile (Torino): bancario, papà, giornalista, informatico
Giovanni Maddalena (Termoli): filosofo del pragmatismo, della comunicazioni, delle libertà. E, ovviamente, granata
Alberto Mittone (Torino): avvocato penalista, scrittore
Riccardo Ruggeri (Lugano): scrittore, editore, tifoso di Tex Willer e del Toro