Le banche non hanno mai osato eccessivamente nel campo della realtà virtuale, ma oggi, fondendo varie tecnologie ci provano di nuovo.
Se, in passato, i vari tentativi fatti potevano essere legati al voler intercettare gli utenti più evoluti che aspiravano ad utilizzare servizi virtuali, oggi il paradosso è che il cliente ideale del servizio potrebbe essere esattamente quello che non ti aspetti.
Come per il mio articolo di qualche settimana fa sul “turismo virtuale”, cerchiamo di capire cosa sta succedendo.
Secondo il Rapporto ABILab 2019, rilasciato da pochi giorni, gli sportelli bancari sono passati dai 34.000 circa del 2008, anno dell'inizio della crisi finanziaria, ai poco più di 25.500 di oggi, con una tendenza ad ulteriore ridimensionamento. Parliamo della cancellazione di 8.500 filiali in tutta Italia in 10 anni. Purtroppo dello stesso tenore è la diminuzione dei dipendenti del settore bancario, che in pochi anni si sono ridotti da 330.000 ai 300.000 di oggi.
Le motivazioni le conosciamo bene, la crisi finanziaria, la riduzione dei costi e l'evoluzione rapidissima delle nuove tecnologie. La diffusione degli smartphones ha spostato milioni di clienti online, dal PC al telefonino, rendendo il servizio bancario sempre più “mobile”.
Le banche nel frattempo hanno rivisto la struttura “fisica” della filiale che oggi è aperta per molte più ore al giorno rispetto al passato ed ha un “layout” completamente diverso rispetto anche solo a 10 anni fa.
Chi visita ancora le “poche filiali” presenti in Italia? In particolare sono gli anziani, fedeli alla “filiale di prossimità”. E se chiude anche la filiale vicina a casa e bisogna percorrere chilometri per andare in quella rimasta aperta? Ecco il paradosso, non sono i giovani o gli imprenditori sempre più mobili a chiedere il servizio di Banca Virtuale, ma gli anziani che non hanno più la filiale “sotto casa”.
Entrare in filiale, restando comodamente a casa. Oggi è possibile utilizzando il visore 3D e il servizio di banca virtuale. Questo è 'annuncio pubblicitario di una importante banca italiana che ha già lanciato il servizio. I costi dell'utilizzo del “casco virtuale” sono oggi stati drasticamente abbattuti grazie ad un visore che costa pochi euro ed è interfacciato con il nostro smartphone.
Entrando nella “filiale virtuale” si viene accolti da un impiegato “avatar”, non si capisce bene se dall'altra parte ci sia un essere umano o un software di intelligenza artificiale: per le operazioni più semplici distinguere la differenza già oggi è difficile. Sarà sempre più così.
Il contatto con l'essere umano, almeno nel settore bancario, diventerà sempre più un servizio privilegiato, che non tutti i clienti potranno permettersi.