Si dice che le giornate di sole annue di questo spicchio di Ponente ligure estremo siano di molto superiori a quelle di pioggia e neve dei Paesi nordeuropei. Dal mio ristorante (via Col Amprosio 394, tel. 0184 295 671) il mare non si vede, neppure alzandosi in piedi.
Ogni giorno, salvo quelli di fermo pesca o di mare grosso, il mare entra però nel Torrione attraverso i pesci che portano i miei amici pescatori, Jerry, Sciu Parodi, Marco (quinta generazione di pescatori).
Le verdure vengono dal mio orto, a 500 metri di altezza nell’entroterra (Pigna), così l’olio di olive taggiasche, colte nel mio piccolo uliveto.
Il mio menù prevede tre antipasti, tre primi, tre secondi, tre dessert. I clienti sono liguri, piemontesi, lombardi, oppure della Costa Azzurra e di Montecarlo, diciamo due terzi, un terzo.
Al momento della comanda alcuni clienti mi dicono “faccia lei”.
Allora servo loro o il gran crudo di pesce locale, ovvero il tris di antipastini di mare, come seconda portata o la zuppetta di fagioli di Pigna (miei) e moscardini mignon, oppure un pesce appena pescato al forno con patate di montagna. Come dessert propongo il minestrone di verdure (mie) e frutti esotici di Pierangelo Fazio che li coltiva in una valle magica fra Ventimiglia e Latte, ricorda i tropici (maracuja, granadilla, mango, targati Liguria, sono di casa).
Per tre portate tipo queste si spende dai 45 ai 60 €, vini esclusi.
Se passate di qua e amate il pesce, però quello con l’occhio vispo, datemi uno squillo. Se siete abbonati a Zafferano ditemelo, è importante.