Quando proponiamo queste gite, le aspettative dei bambini, al solito, sono molto alte, la loro curiosità impazza, vorrebbero conoscere ogni storia raffigurata nei quadri, perché ogni quadro ne racconta una. Ne scelgo alcuni significativi, ci sediamo per terra, e inizio a raccontare storie di pitture attinte dall’antico testamento. Stanza dopo stanza si svelano Noè salvato dalle acque, Tobia e il pesce, la regina di Saba, Dalila e Sansone, l’annunciazione, la nascita di Gesù.
“Maestra ci fai vedere la faccia di Dio?”. Li accompagno a vedere un quadro in cui Dio è raffigurato come un vecchio dallo sguardo buono circondato da angeli”. Dice Rebecca: “Gli angeli sono quasi come noi, ma in più hanno le ali e volano come uccelli”. Intensa attenzione ottiene il quadro di San Giovanni, ritratto nel momento in cui gli tagliano la testa e il sangue esce a fiotti dalla ferita. Le domande su Erode ed Erodiade, intravista sullo sfondo con un piatto in mano, si moltiplicano finché, di colpo, restano tutti muti ad osservare la scena.
Giungiamo ad una tela in cui è raffigurata Piazza Castello nel 1600 circa. Matteo osserva “Guarda Maestra, nel quadro è dipinto lo stesso campanile che si vede dalla finestra!”. Tutti ci voltiamo, e con stupore vediamo il campanile del Duomo. Dico: “E’ vero! Bravo Matteo, è proprio così, secondo voi bambini questo cosa significa?” Interviene Stefano “ Quella torre c’era già quando hanno dipinto il quadro”. “Forte”, dice Pietro “E’ come stare dentro il quadro!”. Nicolò chiude la parentesi campanile “E’ come stare dentro la storia!”
Si sono guardati l’un l’altro, in silenzio, come solo i bambini sanno fare, e penso di aver colto in loro un moto di orgoglio, la soddisfazione e la coscienza di essere lì, proprio in quel momento, a viverla, la loro storia.