Non parliamo della scena finanziaria, che vede la fuga dalle banche tradizionali per rifugiarsi nelle tre che son troppo grandi per fallire, un pandemonio.
I media non ne danno conto, ma c’è una grossa differenza tra le banche americane: quella fallita della Silicon Valley era un caso particolare, dove il 90% dei correntisti eccedeva la soglia assicurata di $250.000. In altri termini i clienti erano aziende e persone ricche, che ora si trovano protetti dalle casse dello Stato. Nella Silicon Valley Bank c’erano $209 miliardi, ma nelle 4.150 altre banche americane ci sono $7.000 miliardi, ed in quelle l’80% dei conti è sotto la soglia della copertura assicurata. Gli americani han capito che a Washington se ne fregheranno di loro, quindi, hanno iniziato a prelevare per aprire nuovi conti nelle tre banche più grandi: JP Morgan, Citigroup e Bank of America, ognuna delle quali da sola ha $3.000 miliardi di depositi. Rischiamo di perdere buona parte del settore bancario a fare di un oligopolio, fatto dagli amici dei neocon democratici.
Biden sta tirando la corda oltre misura, rischia di spezzarla: sul fronte geopolitico sono sempre più i Paesi che vedono il pericolo di seguire docilmente gli USA. Alcuni raffreddano i propri entusiasmi, altri si muovono per entrare nei BRICS o per far commercio anche con i paria del mondo, Cina e Russia. Israele e Turchia, che ha visto la propria economia crescere del 28% grazie all’equilibrismo sulle sanzioni, sono la dimostrazione che a seguire quello che dice il pastore di Washington si finisce come agnellini a Pasqua.
Sul fronte interno la tempesta finanziaria sta svegliando tutti, anche quelli che non avevano fatto caso al treno in Ohio ed alla relativa opera di depistaggio dei media mainstream. Adesso anche le aziende della grande distribuzione cominciano a tagliare gli investimenti, ed all’improvviso le probabilità di recessione sono saltate dal 10 al 35%, in un amen. Nell’ultimo report sull’aumento della forza lavoro, la positività del numero di nuovi posti fa da contrappeso alla qualità, che è peggiorata assai. Se creiamo posti interinali e pagati poco, non andiamo lontani nel far ripartire l’economia.
Fino ad ora Biden è riuscito nell’esercizio di isolare l’Europa da Russia e Cina, indebitare il mondo in una guerra che asfalta l’Ucraina, e portare azienda ad aprir bottega in America. Tutto bene, ma a tirare la corda oltre misura, ad imporre le testate nucleari all’Australia, a ricattare i paesi non allineati sul conflitto ucraino, e specialmente a non curarsi della vera economia del paese e di chi ancora soffre del treno deragliato, rischia di sprecare tutto.