Notizie dagli USA


Vent'anni dopo

Dopo l’uscita dall’Afganistan organizzata in modo fallimentare dalla Casa Bianca, gli americani si preparano al ventesimo anniversario delle torri gemelle con un sentimento di tristezza e timore. Il 77% della popolazione è a favore del rientro a casa, constatando che mille miliardi di dollari, duemilacinquecento morti e ventimila feriti non son serviti a niente. Dopo vent’anni i Talebani son sempre lì, pronti a sparare. Ad inizio agosto, prima della rovinosa ritirata, mille e... 

... settecento famigliari delle vittime del 11 settembre avevano scritto a Biden: “o togli i segreti dall’indagine sul ruolo dell’Arabia Saudita, o fai meglio a non presentarti alle celebrazioni dell’anniversario dell’undici settembre”.

Quella lettera, che all’inizio era imbarazzante, ha preso una potenza nucleare dopo che il Presidente ha perso quattordici ragazzi nella ritirata da Kabul. Ci avete fatto andare in Afganistan quando saremmo dovuti andare dall’alleato arabo, per cosa? Ci spiegate come stanno le cose con Riad? Biden s’è finalmente deciso a chiedere al Dipartimento di Giustizia di dissecretare i documenti e darli in pasto ai media, uscirà qualcosa prima dell’anniversario? Interessante il suo ordine esecutivo, che trovate qui.

Certo che è un periodaccio per Zio Joe: da un lato la figura da incompetente a Kabul, dall’altro l’uragano Ida che gli spiana gli stati del sud e provoca l’annegamento di cinquanta persone a New York, dall’altro il Texas che promuove una legge medievale per bloccare gli aborti, dall’altro il virus che ha ripreso ad uccidere, ed infine gli europei che gli dicono che non è poi cosi diverso da Trump. Ed in tutto questo, Harris sembra sparita nel vuoto, lontana da ognuna di queste crisi. Joe Biden ricorda il vecchio pugile, intontito da mazzate che gli arrivano da ogni parte, che non sa come difendersi.

Le celebrazioni del 11 settembre son sempre state vestite di orgoglio patriottico, con la fiaccola della democrazia americana che sconfigge il male del terrorismo fondamentalista, a casa sua. Questa volta la musica sembra cambiare. Oggi gli americani vogliono tornare a standard di vita da primi della classe, basta tirare la cinghia e sacrificarsi come ci chiedeva Obama, specialmente per altri che evidentemente non apprezzano e non richiedono questo sacrificio, siano essi in Medio Oriente, Africa o Europa. Dalle statistiche sull’occupazione si vede sempre più forte il trend della gente che si licenzia, che dice “basta” e stacca la spina. Non saltano ad un altro lavoro pagato meglio, passano su Netflix e li si fermano: dire che sono stremati è dir poco.

Specialmente in termini di bilanciamento tra vita lavorativa e non, e di soddisfazione per quanto si fa nella propria vita, gli americani sono indietro rispetto agli altri paesi sviluppati, ed hanno voglia di scalare la classifica. È solo con Trump che s’è registrato un primo miglioramento nel reddito della classe media, che non cambiava dal 1972. Adesso con Biden i risparmi han ripreso a crescere, ma il concetto generale di sacrificarsi oggi per una vita migliore domani non funziona più, e quest’anniversario lo mette bene in luce. Mille miliardi di dollari, migliaia di vite perse o rovinate, per cosa? Gli spioni ci dicono che non possiamo abbassare la guardia, che il rischio terrorismo è sempre forte, e vediamo che ai Talebani abbiamo lasciato ogni ben di Dio di attrezzature militari, siam scappati con la coda tra le gambe: ci rendiamo conto che è stato tutto sprecato.

Non è un caso che il 6 di settembre, Labor Day (Festa del Lavoro e chiusura della stagione vacanziera), registri il tutto esaurito di viaggi e feste nelle località turistiche. Gli americani iniziano a guardare in casa e vogliono tornare a divertirsi, qui ed ora. Chi sta fuori dai confini cerchi di cavarsela.


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Valeria De Bernardi (Torino): musicista, docente al Conservatorio, scrive di atmosfere musicali, meglio se speziate
Roberto Dolci (Boston): imprenditore digitale, follower di Seneca ed Ulisse, tifoso del Toro
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Barbara Nahmad (Milano): pittrice e docente all'Accademia di Brera. Una vera milanese di origini sefardite
Riccardo Ruggeri (Lugano): scrittore, editore, tifoso di Tex Willer e del Toro