Il Cameo


Il "debito buono" fa sorridere il banchiere svizzero XY

E’ noto ai lettori il banchiere svizzero denominato XY, sul quale da sempre mantengo il segreto più assoluto (ha una sessantina d’anni, è considerato un eccellente economista, fa vita monacale, pur essendo ricco).

Solita cena, nel solito Grotto del Mendrisiotto, solito menu (polenta e spezzatino, merlot giovane, sgroppino), solito schema: lui parla di scenari economici presenti e futuri, io ascolto, e prendo appunti. Poche ore prima la BCE aveva portato al 4% il costo del denaro, aumentandolo per la decima volta. Curiosamente, XY si dichiarò d’accordo, perché convinto che l’Europa, per la sua insipienza, stia marciando verso la “stagflazione”, cioè, come dicono i colti, il combinato disposto di stagnazione economica e aumento dei prezzi fuori controllo.

Come svizzero fino al midollo qual è, non lo preoccupava tanto il rallentamento della crescita o gli scricchiolii dei mercati immobiliari di Francia e Germania o il dato del credito bancario in forte diminuzione. La minaccia per lui era, ed è, il prezzo in crescita, strutturale, del gas e del petrolio per l’Occidente. Mi è nota la sua posizione radicale: la transizione climatica, nella sciagurata modalità di execution scelta da Ursula VDL, sarà gestita dai petrolieri dell’Oriente islamico-russo (sic!), non dalla classe politica occidentale. Ormai i numeri ci dicono che passeremo alla servitù saudita-qatariota-iraniana-russa, tutti e quattro ormai sotto il mantello politico-protettivo della Cina.

Lui sostiene che la situazione attuale sia figlia delle sciagurate decisioni dei G7 degli anni 2021-2022 sulle sanzioni per la guerra ucraina, con i giochini sui mercati, sullo Swift, sul price cap. Quando ieri, il Financial Times, in prima pagina, ha titolato “Russia gains from oil surge after dodging G7 price cap”, mi sono ricordato che lui aveva previsto ciò che era ovvio, disse, per qualsiasi operatore di materie prime: “Quella del price cap è una teoria imbarazzante nella sua infinita superficialità.”

Accoppiando queste decisioni alle politiche disfunzionali per combattere i cambiamenti climatici, si è dato vita a una drammatica deindustrializzazione dell’Europa. Ormai l’Europa si è rinchiusa nei suoi “conventi del lusso”, che produce, auto consuma, esporta. Ridicole le sue velleità protezioniste verso le auto elettriche cinesi, fingendo di dimenticare che le auto elettriche europee dei segmenti non di lusso, a parte l’essere meno performanti e più care, sono totalmente dipendenti dai fornitori cinesi di batterie e di terre rare.

Verso la Commissione europea, XY usa spesso il termine “disfunzionale”, esemplificando così le bugie raccontate ai cittadini europei. L’Europa discetta di sanzioni, ma finge di non sapere che quasi il 20% delle proprie importazioni di gas, altro non è che lo stesso gas dei vecchi gasdotti russo-europei che ora fa un lungo giro per il mondo e si ripresenta in Europa sotto forma di gas liquefatto, battendo la bandiera di chi l’ha liquefatto, quindi a costo molto più alto. “Una strategia buffa”, dice.

“Altrettanto buffo che il petrolio russo, venga comprato dall’India, raffinato e rivenduto in Europa a prezzi molto più alti. Quindi le aziende europee molto energivore (chimica, siderurgia, vetro, etc.), non investono più in loco (sarebbe suicida) ma delocalizzano.” Imbarazzante.

Un suicidio annunciato, e comunque ormai irreversibile. Dice: “Ricordi quando ti dissi che il prezzo più alto lo pagherà la Germania che per seguire i Verdi, determinanti per il Governo Scholz, hanno chiuso gli impianti nucleari, poi, per non morire di freddo e non licenziare le maestranze, hanno riaperto le centrali a carbone e a lignite, molto più inquinanti. Follia in purezza, presentata con un imbarazzante linguaggio woke-elegante.

In conclusione riporto, tal quale, la frase finale della lezione che mi ha impartito: “Temo che l’Europa si avvii scientemente sul sentiero, che stanno percorrendo da tempo gli Stati Uniti, cioè fare sempre più debiti, pur di mantenere al potere l’attuale Ruling Class e quindi destinati a precipitare nel drammatico mondo della stagflazione. Sostenendo, mentendo e sapendo di mentire, che il loro però è debito buono. Non siamo più nella scienza economica, ma nelle categorie dello spirito hegeliane.” Prosit!


© Riproduzione riservata.
Zafferano

Zafferano è un settimanale on line.

Se ti abboni ogni sabato riceverai Zafferano via mail.
L'abbonamento è gratuito (e lo sarà sempre).

In questo numero hanno scritto:

Angela Maria Borello (Torino): direttrice didattica scuola per l’infanzia, curiosa di bambini
Valeria De Bernardi (Torino): musicista, docente al Conservatorio, scrive di atmosfere musicali, meglio se speziate
Roberto Dolci (Boston): imprenditore digitale, follower di Seneca ed Ulisse, tifoso del Toro
Alessandro Cesare Frontoni (Piacenza): 20something years-old, aspirante poeta, in fuga da una realtà troppo spesso pop
Emanuel Gazzoni (Roma): preparatore di risotti, amico di Socrate e Dostoevskij, affascinato dalle storie di sport
Giovanni Maddalena (Termoli): filosofo del pragmatismo, della comunicazioni, delle libertà. E, ovviamente, granata
Barbara Nahmad (Milano): pittrice e docente all'Accademia di Brera. Una vera milanese di origini sefardite
Riccardo Ruggeri (Lugano): scrittore, editore, tifoso di Tex Willer e del Toro