IL Cameo


ChatGPT costringerà le leadership politiche ed editoriali a fondersi per sopravvivere?

Come studioso storico del (losco) CEO capitalism, ecco un altro frammento del mio “Progetto Editoria”.

Nel 2007 entrai nell’editoria, fondando la casa editrice “Grantorino Libri”, e anni dopo la sua versione innovativa, “Libroincipit” (l’autore diventava editore di se stesso, il libro si legge in 30 minuti). Poi nacque il settimanale digitale, gratuito e...

...senza pubblicità, “Zafferano.news”, dove alcuni di noi sarebbero diventati autentici giornalisti amateur. Infine, di recente, è nato “ZAF”, il quotidiano sognato per i giovani, proiettato al 2030, usando come piattaforma Twitter. Pochi capirono cosa c’era dietro al concetto di “gratuità”, e alla ferocia nel perseguire una linea editoriale apòta.

Già allora c’erano i “segnali deboli” della crisi del settore, via via la turbolenza intorno a questo business aumentò, la perdita di copie si fece strutturale. Per i quotidiani, sia cartacei che digitali, sia indipendenti che di partito, la perdita di copie era coerente con la progressiva dipartita dei lettori della Gen. Boomer (1946-64), gli ultimi che ancora leggevano i quotidiani. Nessuno delle generazioni successive li avrebbe più letti, almeno in quella configurazione.

Ovvio quindi che i quotidiani, nazionali o locali, e relativi giornalisti, con questi “numeri” siano oggi tecnicamente moribondi. Il protocollo in essere “ristruttura-licenzia-ergo abbatti i costi”, ha fallito di fronte a “meno lettori, ergo meno ricavi, più perdite”. Vendita degli asset o chiusura o cambio di paradigma, le tre opzioni rimaste agli editori.

Poi è arrivata ChatGPT. Poteva essere l’innovazione salvifica tanto attesa? In assoluto no, ma con un cambio di paradigma forse. Di certo è un prodotto innovativo, tipico del CEO capitalism. Con lui molte attività umane, e molti modelli di funzionamento, sono destinati a scomparire, basta leggere il ponderoso studio Arvix: “GPTs are GPTs: An Early Look at the Labor Market Impact Potential of Large Language Models”. Se siete editore, giornalista, o di altre professioni cosiddette nobili, indicate nello studio, preparatevi a una descrizione da brividi sul vostro futuro. A suo tempo, i celebri “Rambo Manager” (CEO anni Novanta), avevano massacrato la classe operaia grazie ad automazione e robot (la chiamarono innovazione di processo), ora con la ChatGPT il cerchio sul lavoro dipendente di taglio intellettuale (staff) si chiude, la classe medio-alta sarà drasticamente ridimensionata (questa la chiameranno innovazione di prodotto?)

Molti editori sono già usciti dal business, altri lo stanno facendo, perché non si può sopravvivere senza la sostituzione generazionale dei clienti-lettori che scompaiono, non perché non condividono la linea editoriale, ma per banali ragioni d’età. E’ come quando il fornaio capisce che tutti stanno perdendo interesse verso il pane. Resisterà un po’, poi una sera spegnerà il forno.

Lo stesso sta succedendo, da anni, nel caso della politica politicante, con la perdita progressiva di elettori; in ogni elezione la fuga dai seggi è inesorabile.

Da “scenarista” ho fatto una riflessione. Gli italiani sono spaccati su tutto, lo scontro fra woke e conservatori si fa sempre più radicale, entrambi sono convinti che l’altro sia affetto da fascismo, per cui entrambi si sono convinti che il cosiddetto antifascismo sia un valore esclusivo della loro setta. Così non ne usciremo mai. E allora buttiamola in politica. Mi sono chiesto: “Perché non prevedere una possibile joint-venture obbligata fra “elettori” e “lettori? Con ChatGPT è possibile un avvicinamento “tecnico” fra politica ed editoria? Perché l’Editore non si fa anche Leader politico? E specularmente, perché il Leader politico non si fa anche Editore?”

Con questa scelta, almeno in Italia, sarebbero sufficienti pochi quotidiani (di partito), ove le due figure si identificano, e così gli elettori-lettori. Il modello sarebbe assolutamente coerente con il CEO capitalism dominante, di cui ChatGPT rappresenterà in futuro sempre più la Bibbia laica della setta.

Abbiamo di fronte una lussureggiante prateria o ci attende un’arida baraggia? Come finirà? Scopriremo il futuro solo vivendolo.

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Zafferano

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Valeria De Bernardi (Torino): musicista, docente al Conservatorio, scrive di atmosfere musicali, meglio se speziate
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Giovanni Maddalena (Termoli): filosofo del pragmatismo, della comunicazioni, delle libertà. E, ovviamente, granata
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Riccardo Ruggeri (Lugano): scrittore, editore, tifoso di Tex Willer e del Toro