Un "disordine libero" è preferibile a un "ordine imposto"

Se problemi famigliari non me lo avessero impedito, queste ultime due settimane le avrei trascorse in America, a New York e a Chicago (una, capitale della finanza, l’altra, dei cereali, quindi della “vita”) e nelle varie “cinture” del Midwest (il mondo del “lavoro”, il mio mondo per un certo numero d’anni, e tuttora).

Il cibo di guerra e la sovranità alimentare

Circa un anno fa, per ragioni strettamente personali, ho deciso: 1 Mettermi in lockdown volontario; 2 Continuare a cibarmi con prodotti rigorosamente italiani. Per me la “Sovranità Alimentare” è quella ben raccontata dall’amico Carlin Petrini, e che pratico fin dalla nascita (mia mamma mi allattò per 14 mesi, fino a 16 anni fui vegetariano, con brevi periodi vegani, in relazione a quello che passava il convento).

Ci siamo, è arrivata l'ora di spegnere la luce

Sono nato negli anni bui del fascismo, ero un bimbo negli anni bui della guerra, quindi un adolescente nel buio della guerra civile del primo dopoguerra. Poi ebbi quarant’anni di luce al neon. Ora mi ritrovo, alla fine della vita, di nuovo nel buio di una ignobile guerra e di una crisi di civiltà fra Oriente e Occidente. E sto osservando, impotente, la triste marcia di molti miei concittadini meno fortunati verso il tunnel buio delle povertà (l’uso del plurale è voluto).

Va spento ciò che non è indispensabile resti acceso

Lunedì scorso, alle 18,00 su Twitter (@editoreruggeri), su Facebook (grantorinolibri@gmail.com), su Instagram (Riccardo_Ruggeri_Grantorino) è uscito il numero 6 di ZAF, quotidiano apòta, gratuito e senza pubblicità: si legge in 2 minuti 2, è prioritariamente destinato alla Gen Z (1996-2015). Consta di cinque articoli, di cui uno di fondo, tutti non superiori alle 280 battute.

La prima settimana di ZAF

Sono Riccardo Ruggeri (88 anni), come editore avevo un sogno: concepire e realizzare un quotidiano apòta dal linguaggio intimo, che si leggesse in due minuti. ZAF nasce senza lettori, deve farseli. Come? Progetto e linea editoriale si ispirano a un pensiero-metafora giovanile: "Ai pesci togliete sempre le branchie, sono filtri, hanno impurità". Nasce assemblando tweet di collaboratori di Zafferano.news o scelti sulla rete. Esce ogni giorno feriale alle 18,00 sui Social. Alessandro Cesare Frontoni, studente e poeta (20 anni) è l'editor.

Il voto italiano? Poco significativo. Il ceo capitalism è alla frutta

Domani si vota, alle 23 ascolterò le proiezioni, poi andrò a dormire. Stante l’età, sono conscio che queste saranno le ultime elezioni politiche alle quali assisterò. Di qui in avanti avrò l’opportunità di metabolizzare le parole di Sant’Agostino: “La morte non è niente. Sono solamente passato dall’altra parte, è come fossi nascosto nella stanza accanto. Io sono sempre io e tu sei sempre tu”.

Novant’anni trascorsi fra “caro pane, carovita, caro bollette”

Una premessa, chiunque vinca le elezioni (dall’estrema sinistra all’estrema destra), vi informo che per quel che vale (nulla): io l’Italia non la lascerò. Mai. Dopo aver tanto viaggiato, tanto vissuto e tanto lavorato all’estero, a fine vita ho scoperto che nulla è meglio dell’Italia, nessun popolo è meglio del novanta per cento degli italiani. Quelli che non contano.