Il Cameo


Ragazzi, giornalismo è saper collegare i tanti "puntini" della vita

L’idea iniziale di Zafferano.news è stata quella di fare innovazione nel mondo del giornalismo e dell’editoria, mettendosi però nei panni dei lettori. Di più, farlo partendo dai giovani, visto che rifiutano il modello editoriale-giornalistico in essere, non leggendo i quotidiani, e poco o nulla i libri.

In che modo? Riuscire a collegare i tanti “puntini” della vita vera, seguendo un fil rouge, quello che fa di te un lettore prima, un giornalista poi (forse). Nessuna ricetta, se non lavorare con amore e provare e riprovare a scrivere con tanta fiducia e determinazione. Con accanto il Zanichelli.

Questo Cameo (sperimentale da 4.000 battute) è stato costruito assemblando i concetti insiti in una trentina di titoli del nostro quotidiano digitale ZAF (mese di novembre 2023). ZAF esce a mezzogiorno di ogni santo giorno su X, ed è destinato ai giovani della Gen Z. La sua caratteristica è che si limita a indicare il titolo, poi ciascun lettore, se lo vuole, può scriverci un pezzo, inviarlo agli amici, giocare a fare il giornalista, divertirsi scrivendo, cestinarlo o mandarcelo, sapendo che a Zafferano la selezione per avere una rubrica è feroce.

La tecnica usata in questo Cameo è stata quella di unire i “puntini” sottesi a ogni titolo, dando quindi sfogo ai conseguenti pensieri che ci vengono, che spesso ci seducono, specie se riusciamo poi a trasformarli in un pezzo ricco di metafore. E’ un primo esperimento, per cui uso il corsivo per differenziarlo dal Cameo classico. E’ pieno di punti interrogativi, perché il giornalista vero è pieno di dubbi, per rispetto del lettore non pretende mai di trasferirgli certezze, ma dubbi sì, tanti. Coltivare il dubbio è intelligenza, sposare ottusamente cause altrui è servitù. Gli ho anche dato un titolo:

E se la vita non fosse altro che una successione di punti interrogativi?

È tutto vero o è tutto finto? O è mezzo vero e mezzo finto? È grigio o è colorato? Sarà vero che dai diamanti non nasce nulla, mentre dal letame nascono i fiori? Cosa ci sarà mai sotto il tallone della storia? E poi, siamo certi che la storia abbia un tallone?

Ci sono giorni pieni di domande, pieni di suoni, ricchi di vento, mentre è nota la nostra atavica incapacità a trovare risposte, immersi come siamo nello scirocco della routine. Invece, ci sono giorni dove il silenzio è lacerante, lunare, al punto che tu, per sentirti vivo, sogni l’arrivo del maestrale.

Pensate, è diecimila anni che ci lavoriamo, e non siamo ancora riuscire a sciogliere un banale dilemma: Guerra o Pace? Sono due concetti agli estremi della vita, sono alternativi, e invece noi li mettiamo in fila, in successione, come fossero, che so, “Il giorno e la notte”. Ma così il dilemma non potrà mai essere sciolto! Perché Guerra e Pace sono incompatibili, i due concetti si odiano, e più passa il tempo più l’odio fra loro aumenta. Come dicevano i nostri vecchi, che in guerra morivano o tornavano altri, siamo sicuri che la guerra abbia solo un lato oscuro? E se invece nascesse dalla pigrizia dei potenti dell’una e dell’altra parte? Tanto loro non muoiono in guerra, ma nel loro letto, a volte nell’alcova, come fu per il presidente francese Félix Faure.

Così come più si invecchia, più la riserva di ciocchi per alimentare il nostro anziano putagè si assottiglia. Una domanda: tutte le forme di calore sono uguali? Perché quelle dall’elettrico ci sembrano fredde, ma ci sono permesse, mentre quelle dai ciocchi ci sembrano calde, ma ci sono vietate? Ma non basta, per scaldarci il calore deve arrivare fino le fibre più nascoste e più lontane dal nostro cuore, mantenendo però fredda la mente? E ancora, che succede quando il caldo se ne va e arriva il freddo, in anticipo sul previsto? Guerra e Freddo sono parenti? Un vento gelido proviene sempre e solo da una steppa siberiana o da una steppa andina?

Dov’è finito il calore artificiale prodotto dalle pale eoliche? Si legge che molte pale abbiano avuto un ictus tecnologico, e stiano per essere abbandonate al loro destino: non sono competitive, dicono alcuni, perché il vento si è stufato di farle girare. E poi, invecchiando diventano brutte, come le Streghe di Triora, dicono altri. Diventeranno cattedrali di mezza montagna? Sarà vero o sarà la solita fake news del solito negazionista, che compare nelle redazioni dei giornali ogni tardo pomeriggio, quando il giornale è in chiusura?

Facciamo sempre più fatica a credere ciò che i media di regime ci sfornano giornalmente. Crediamo solo più nei Santi, quelli cattolici, perché ormai sono rimasti solo più loro ad essere veramente impertinenti verso il potere. Se digiti (“l’Islam ha i Santi?”) Google è secco: “ L’Islam ortodosso i Santi li rifiuta”.

Hamas, Jihad, Hezbollah, cosa sono? Alcuni sostengono che siano come i nostri vecchi partigiani col fazzoletto rosso al collo. Altri che siano criminali della Ndrangheta mondiale. Purtroppo si sta ingrossando l’esercito di quelli che si rifiutano di trarre dalla storia la lezione del dolore che la Guerra si trascina perennemente dietro.

Intanto, i vecchi contadini ci dicono che è arrivato il momento dell’anno nel quale radicare in terra le talee di edera.

Ragazzi, fatelo con le vostre mani; il radicamento in terra delle talee d’edera è eccitante, un atto antico, quindi nuovo e innovativo, specie in un mondo confuso che ha tanto bisogno di contadini. Scoprirete la bellezza di liberarvi dei vostri pensieri immobili, che col tempo, nella pigrizia della vita, possono diventare immondi. Fatelo, e vivrete un momento di spensieratezza, e un giorno ricorderete con nostalgia quel momento. Sarete adulti quando avrete scoperto le tante piccole verità della vita, alle quali a suo tempo avevate dato poca importanza. Sarete invece vecchi irricuperabili quando vi vergognerete dei vostri miti giovanili.

Ragazzi, sforzatevi di essere felici, è tempo ben speso. Essere felici e tentare di far felici gli altri è un bel vivere. Incominciare a Natale è saggio.


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Zafferano

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In questo numero hanno scritto:

Riccardo Ruggeri (Lugano): scrittore, editore, tifoso di Tex Willer e del Toro
Angela Maria Borello (Torino): direttrice didattica scuola per l’infanzia, curiosa di bambini
Valeria De Bernardi (Torino): musicista, docente al Conservatorio, scrive di atmosfere musicali, meglio se speziate
Roberto Dolci (Boston): imprenditore digitale, follower di Seneca ed Ulisse, tifoso del Toro
Barbara Nahmad (Milano): pittrice e docente all'Accademia di Brera. Una vera milanese di origini sefardite