Partecipare al gioco del mondo della tv svizzera in tempo di guerra

Ho partecipato al mitico “Gioco del Mondo” della tv svizzera RSI (La Uno). L’ho fatto in un momento per me (credo per tutti) psicologicamente difficile. Siamo a un passo da una guerra che potrebbe essere devastante. Dopo settant’anni di pace tribolata, tutti a parole vogliono la pace, ma pochi si rendono conto che, seguendo le cattive ideologie di cui sono portatori, è un attimo cadere in un meccanismo di reciproci ultimatum, che porta dritti alla Terza Guerramondiale.

Il Cameo, umiliato, costretto a diventare un "non Cameo"

Cari amici di Zafferano.news, il mio ultimo Cameo si concludeva così: “In quest’atmosfera di disagio morale, che ha reso buie queste mie giornate, c’è stato un solo raggio di sole: Francesco che va a trovare, a casa sua, l’Ambasciatore russo. A lui mi aggrappo, disperatamente, perché, come apòta, oggi lui è l’unico di cui mi fidi, l’unico leader morale (non si è leader se non si possiede una propria leadership morale) che abbia ancora credibilità.”

Cameo del tempo di guerra

Cari amici lettori mi scuso, il Cameo oggi è questo, appunti buttati lì, alla rinfusa, a sintetizzare tutta la mia impotenza di apòta.

A titolo personale vivo malissimo questo momento, perché, comunque finisca, condizionerà irrimediabilmente il nostro futuro.

Ucraina come Cuba 1962

Come apòta non ho alcun interesse per la politica interna, molti invece per la politica estera, dove le regole sono chiare: il più forte e il più astuto, che spesso è anche il peggiore, comanda, e gli altri “a cuccia!” Per me la politica estera è un divertissement intellettuale, amo soprattutto osservare i contorcimenti mentali e di linguaggio dei potenti e dei loro maggiordomi, annidati specie nei media.

Libertà e democrazia le trovate solo a Moutier (Canton Giura)

Moutier è un comune svizzero di 7.477 abitanti. La maggioranza di questi, nel 1974, decise una “guerra di secessione” per separarsi dal Canton Berna ed entrare nel Canton Giura. Fu l’atto finale, dissero alcuni, di un processo di geografia politica risalente al Congresso di Vienna del 1815. Anziché le alabarde scelgono l’arma del referendum, e nel giugno del 1974 i giurassiani decidono di separarsi dal Canton Berna. Varie vicende si succedono, con votazioni e contro votazioni, fin quando, nel 2013, la maggioranza degli elettori decidono, definitivamente, di aderire al Canton Giura.

Per il 2022 mi auguro di non passare dal lockdown psicologico al blakout fisico

Per me, vecchio apòta, il 2021 si è chiuso in modo banale, compiendo ottantasette anni, però intellettualmente è stato un anno divertente. Per moltissimi italiani perbene così non è stato.

Una lettrice ha scritto una mail alle 23,57 del 31 dicembre, mentre dormivo il sonno del giusto. “Sono disperata. Mi piacerebbe una sua sintesi profetica del 2022 che mi sollevi un po’ il morale.” Appena sveglio, le solite cinque del mattino, ho risposto a mo' di tweet: “Non sono un profeta, men che meno un influencer, capisco la sua disperazione. Lei ed io facciamoci un augurio: “Non passare dal...

Gli attuali lockdown? i futuri blackout energetici? Sempre colpa del virus di Wuhan

Negli anni Ottanta, quando ancora non sapevamo che il Muro sarebbe crollato e che il mondo occidentale, grazie alla strategia del “consumatore al centro della scena”, sarebbe diventato povero e confuso, com’è oggi, ero Presidente di un Consorzio di aziende italiane (private e pubbliche) che vendeva prodotti di alta tecnologia direttamente a Stati esteri. Lo faceva attraverso gare internazionali di grande complessità.

Berlusconi & Draghi e il dilemma del professor Williams

In questa settimana ho avuto da molti lettori e follower caldi inviti a esprimermi sul prossimo Presidente della Repubblica, per dirlo brutalmente mi hanno sfidato: “Preferisce Silvio Berlusconi o Mario Draghi?” Rispondo come divertissement intellettuale, non certo come suggerimento personale.

Il mondo degli “unicorn” sarà con noi anche nel 2022?

Da quando sono in lockdown volontario, e la mia capacità di lavoro (semplicemente leggere e scrivere) sfiora le sedici ore giorno, sono preoccupato per i miei occhi. All’età di sei anni cominciai a leggere i libri e le riviste che il nostro Padrone di allora, il Conte Prato Previde, gettava, Da allora non ho più smesso. Gli occhi hanno resistito, mai hanno mollato. Ma un tempo lavoravo pure, viaggiavo, vivevo, ora non più, leggo e scrivo soltanto, con sempre maggior fatica, ma loro due, gli occhi, sono sempre pimpanti, anche quando io sono triste. Chapeau!