Un nuovo giovanissimo collaboratore
Alessandro Cesare Frontoni è un poeta, il suo primo libro di poesie (24, come le ore del giorno) è stato il primo Libroincipit di Grantorino Libri.
Alessandro Cesare Frontoni è un poeta, il suo primo libro di poesie (24, come le ore del giorno) è stato il primo Libroincipit di Grantorino Libri.
Per quel che vale la mia analisi (in concreto, nulla) se non vogliamo affondare, noi cittadini comuni, europei, americani, cinesi, BRICST +, dobbiamo chiedere a P. e a Z. di cessare le loro ostilità in Ucraina da subito. Sappiamo chi è l’aggressore e lo condanniamo. Sappiamo chi è l’aggredito e lo aiuteremo a ricostruire.
Il dilemma posto tempo fa da Mario Draghi “Preferiamo la pace o il condizionatore?”, era riferito ai cittadini, ma è estendibile all’industria. Siamo, con la Germania, tra i pochi leader mondiali dell’industria di trasformazione, pur non avendo materie prime ed energie.
Curiosa intervista di un giornalista-editore dalla doppia personalità, ma dall’identico eccesso di autostima. Nell’intervista, R1 è l’editore, R2 il giornalista.
R2
Lei si atteggia ad apòta, schifato dalla politica politicante, il 25 settembre andrà a votare? E se sì, per chi?
Mia moglie ed io, come ogni anno, abbiamo trascorso una settimana a Vernante, porta d’ingresso della breve ma affascinante Val Grande, in provincia di Cuneo. Ospiti dell’hotel Nazionale della ultra centenaria Famiglia Macario, abbiamo fatto il solito ripasso annuale della cucina occitana presso i loro ristorante e bistrot.
Fin dal suo primo vagito, ho studiato Uber. Mi affascinava la sua arrogante sconcezza manageriale. Tredici anni dopo, un’inchiesta del Guardian, e di altre 42 testate giornalistiche mondiali, “The Uber Files”, e 124.000 documenti originali “fuggiti” (come?) dagli archivi Uber, scoperchia il verminaio che c’era sotto: la lobbying-corruzione, intesa come strategia di marketing e asset aziendale. Per me, nessuna sorpresa.
Michele Magno recensisce "Una storia operaia 1934-2022" di Riccardo Ruggeri
Perché scrivere un libro sulla propria vita? E per chi? Per amore di se stessi, per poter approvare l'immagine di sé che si va costruendo nella scrittura? Oppure per lamentarsi e dare sfogo alle proprie inquietudini? Quest'ultima sembra essere la funzione del "journal intime", così come lo concepiva Jean-Jacques Rousseau nelle Rêveries du promeneur solitaire.
Ho dedicato ai miei quattro nipoti questo libro di quasi 400 pagine, gioia e preoccupazione di un fine vita. Fino al “visto, si stampi!” ho temuto, stante l’età, di non fare in tempo a finirlo.
Questo è un Cameo da spiaggia o da radura alpina, da assumere con leggerezza. E’ ciò che dovrebbe avvenire per tutti gli scritti dei periodi di guerra, di crisi alimentari, di scirocco morale, spesso connotati da un fanatismo sciocco, al quale i saggi dovrebbero rispondere con un sorriso.
Da quando ho consegnato al tipografo il cosiddetto libro della vita “Una Storia Operaia 1934-2022” (382 pagine, 14,99 € il digitale, 100 € il cartaceo, versione lusso, tiratura limitata, numerato, con dedica personalizzata. I ricavi andranno all’associazione dei “barboni” dei portici di Torino, gli ultimi apòti in purezza) ho privilegiato la lettura e la riflessione allo scrivere.