"L’epoca e i lupi" (cm 150x170, olio su tela, 2020)
Ognuno ha il suo linguaggio. Il mio è la pittura.
Ognuno ha il suo linguaggio. Il mio è la pittura.
Qualche giorno fa ho ricevuto una mail dalla direzione di Artissima. Con tono laconico mi informavano della rinuncia ad aprire i battenti questo prossimo novembre, causa Coronavirus.
La fiera d’arte torinese, che più di tutte le fiere italiane ha una
vocazione internazionalistica, ha capitolato in linea ad altre , da Art Basel a Frieze,
benché continui a sentirsi una “guida in grado di aprire scenari
inaspettati testimoni di un profondo e meditato cambiamento”. Mi
domando come mai...
È cosa rara nella vita sentirsi al posto giusto al momento giusto. Eppure venerdì scorso è accaduto pure a me. Ero a Domodossola, in occasione della mia partecipazione a una conferenza dal tema “I miei ritratti in prima linea”, dedicata all'opera del fotografo Andrea Frazzetta, colui che tra i primi ha fotografato i volti dei medici e del personale sanitario impegnato nella lotta al Coronavirus nei tragici giorni di inizio pandemia. Il suo servizio è stato pubblicato sul New York Time Magazine. Alla conferenza c'era anche Monica Falocchi, capo-infermiera degli Spedali Civici di Brescia, che grazie ad Andrea è finita, volente o nolente, in prima pagina.
“Non c’è avvenire per l’arte nei prossimi venticinque anni” disse Marcel Duchamp
nel 1952. Si può supporre che non avesse pensato, nel formulare la
previsione, a quello che avrebbe potuto accadere dopo quel termine.
Negli anni Settanta, infatti, in tutto il mondo fu costruito in media un
museo alla settimana, ogni città desiderava avere il proprio e perfino
le istituzioni più antiche si ingrandirono aumentando...
Sono finalmente riuscita a ritagliarmi del tempo per andare a vedere la mostra di Edward Hopper alla Fondation Beyeler a Basilea e non mi sono affatto pentita. La mostra chiude domani 20 settembre e anche se è durata ben sei mesi, per via del prolungamento post-Covid, non tutti hanno avuto modo di vederla. In quanto ammiratrice di Hopper, fin da tempi remoti, vedere...
È tutta la vita che mi domando se son troppo normale. Questa cosa del
"genio e sregolatezza" affibbiata agli artisti mi ha sempre un po’ urtato perché è davvero un
ossimoro. Di certo però è anche un buon punto di riflessione sul perché
della pratica artistica. Qualche anno fa, Massimigliano Gioni, nel suo "Il Palazzo Enciclopedico"...
Una delle prime forme di socialità dopo il lockdown è stata andare a prendere un ice coffee al bar Cucchi con due amiche, qualche domenica fa. La prima delle due è una presenza
di lunga data nella mia vita, curatrice di mie mostre ed ex direttore di
museo, la seconda è una giovanissima gallerista. È stato molto gradevole...
Sabato scorso sono andata a Domodossola per una mostra sul ritratto alla
quale partecipo. È un periodo un po’ strano e, complice qualche
acciacco, non sento una grande voglia di presentarmi alle inaugurazioni,
ma data la gentilezza del curatore...
In questi ultimi giorni di rivolte e furia iconoclasta, vedendo piombar a terra la statua di Cristoforo Colombo a Baltimora, mi è venuta in mente un'altra statua: quella di Saddam Hussein, di fattura italiana, che era in piazza Firdos a Baghdad e che il 9 aprile 2003 la folla proprio non riusciva ad abbattere, nonostante l'aiutino...
Domenica scorsa, sfogliando D - La repubblica delle donne, il settimanale femminile di Repubblica, ho visto nelle ultime pagine la rubrica di arte curata da Cecilia Alemani, già curatrice del Padiglione Italia alla Biennale di Venezia, e direttrice artistica...