... fosse in collegamento spirituale con lui. La cosa ancora più pazzesca é che nel suo essere tutt’uno con il suo gioco, si era scordato si allacciare le scarpette da calcio e tutti quei movimenti perfetti li componeva in modo libero e spontaneo con le scarpe slacciate, incurante della difficoltà e in fondo anche del pericolo. Decisi di postare il video come augurio per tutti di essere altrettanto bravi, appassionati e inventivi come il giovane Maradona.
Quel video mi ha fatto pensare al quel livello di concentrazione profonda e quella leggerezza estatica che si ricerca nel momento in cui si parte e si inizia a produrre un’opera. Quando, con un tuo personale rituale, ti avvicini alla materia per provare ad addomesticarla, e in quel contatto sublime, dimentico di tutto e del mondo e di te stesso tracci un solco, cerchi il nuovo in mezzo al vecchio, componi pensieri che si fanno immediatamente azione.
Quella lotta immane e meravigliosa che è la creazione di un’opera d’arte, vive in una terra di mezzo che separa il sogno dalla vita vera, una terra di confine che dà doni immensamente preziosi ma che ti fa pagare il dazio certo della solitudine. E’ che così che l’artista nella vita di tutti giorni è una persona forse un po’ da poco e spesso non capita.
Ecco, questo articolo è il mio piccolo personale omaggio al grande Diego Armando Maradona, un mito in quella sua terra di mezzo color verde e umano, troppo umano nella vita.