Notizie dagli USA


Mission Impossible – Parte terza

Siamo alla terza puntata di Mission Impossible. Le aziende farmaceutiche fanno a gara a chi ce l’ha più efficace e facile da somministrare: Trump ha gioco facile nel dire che l’aveva detto e che bisogna ringraziare la sua Operation Warp Speed, la partnership pubblico-privato lanciata a marzo per produrre 300 milioni di dosi entro gennaio 2021.

Al suo lancio ed ancora di recente la sfida sembrava impossibile, ma occorre riconoscere che l’apparato scientifico e militare americano quando hanno un obiettivo chiaro, vincono. Il generale incaricato della distribuzione del vaccino, di fronte alla difficoltà di tener il Pfizer a -70C, non ha...

... battuto ciglio e presentato un piano dettagliato ed apparentemente affidabile. 15 miliardi agli enti governativi di ricerca, ed 11 miliardi alle aziende farmaceutiche, sembrano pochi per un risultato cui solo Trump e Fauci sembravano credere. Fauci ha spiegato che di vaccini per i coronavirus non ce ne sono, che la sfida era impossibile, ma che le nuove tecnologie ed andare ogni mattino al lavoro con la voglia di farcela davano una possibilità da perseguire. Aggressività del presidente e determinazione del vecchio medico sembrano funzionare.

Biden ha provato a ribattere che Operation Warp Speed è solo il risultato di quanto avevano fatto lui ed Obama negli otto anni precedenti, che lui andrebbe ringraziato per questi traguardi: gaffe importante. Ora nelle file dem la paura sta soppiantando la gioia della vittoria. La raccomandazione di un secondo lockdown sbatte sulla certezza di Trump di non farlo fin quando resta al comando, e soprattutto naufraga nella disperazione di decine di milioni di cittadini che vedono allontanarsi le chance di un ulteriore giro di aiuti governativi.

Steven Mnuchin, constatata l’impossibilità di accordo con Nancy Pelosi sul stampare altri duemila miliardi, ha sorpreso Wall Street chiedendo la restituzione dei 455 miliardi che ancora non erano stati spesi. Panico tra i democratici: prima di febbraio non riusciranno a dar una mano a poveri e disoccupati. Per non far fare bella figura a Trump sacrificano la pelle di molti, che tra quattro anni magari se ne ricorderanno.

Sull’economia i dem si stanno spaccando lasciando in evidenza il forte legame Biden – élite finanziarie. La patina di fake truth sul cambiamento climatico, rimpatriare le fabbriche in America e giustizia sociale si scioglie rapidamente.  Delle 31 cause che l’amministrazione Trump ha intentato per sovvertire l’esito del voto, 30 sono già state cassate. Trump ha perso le votazioni e su questo non ci sono dubbi, ma ha una base molto più compatta e delle strategie più certe di Biden: cosa farà?

La mia ipotesi è che Trump si stia creando un uscita col sorriso, da quasi vincitore: vi ho dato il vaccino, vi ho dato un economia che ha fatto un pelo peggio della Cina ma molto meglio di tutti gli altri, vi ho aumentato gli stipendi che erano al palo dal 1972, ora vi lascio a questo simpaticissimo e tenero Joe, zio d’America. Auguri.

Probabilmente negozierà una promessa d’immunità per evitare di perdere aziende e libertà con tutte le denunce che gli son state promesse: chissà cosa metterà sul piatto?

© Riproduzione riservata.
Zafferano

Zafferano è un settimanale on line.

Se ti abboni ogni sabato riceverai Zafferano via mail.
L'abbonamento è gratuito (e lo sarà sempre).

In questo numero hanno scritto:

Giordano Alborghetti (Bergamo): curioso del software libero, musicofilo, amante del mare
Riccardo Ruggeri (Lugano): scrittore, editore, tifoso di Tex Willer e del Toro
Angela Maria Borello (Torino): direttrice didattica scuola per l’infanzia, curiosa di bambini
Valeria De Bernardi (Torino): musicista, docente al Conservatorio, scrive di atmosfere musicali, meglio se speziate
Laura Dolci (Torino -> Boston): un'italiana in America, Marketing Intern & Student
Roberto Dolci (Boston): imprenditore digitale, follower di Seneca ed Ulisse, tifoso del Toro
il chimico scettico (--): Anni di progetti per pharma big e non così big (sviluppo chimico e drug discovery). Altro non è dato sapere.
Barbara Nahmad (Milano): pittrice e docente all'Accademia di Brera. Una vera milanese di origini sefardite