Musica in parole


Il Beethoven di Bernstein

“Sono stato un insegnante compulsivo tutta la vita”: con queste parole Leonard Bernstein apriva nel 1982 la miniserie tv “Bernstein/Beethoven”. Nonostante la celebrità come direttore d’orchestra, pianista e compositore (suo l’arcinoto "Mambo" e anche "America e Maria", da West Side Story) “era più orgoglioso dei suoi successi come insegnante” ricorda la figlia Jamie

Il Maestro attribuiva questa sua attitudine alla volontà di...

... condividere quello che imparava; la sua sete di conoscenza era infinita; sempre curioso di Beethoven diceva: “…cominciai a rileggere la Nona credo per la cinquantesima volta nella mia vita, dicendo a me stesso che le avrei dedicato un'ora al massimo... ma avevo fatto male i miei conti. Dopo mezz'ora ero ancora fermo alla seconda pagina... c'è sempre qualcosa di nuovo da scoprire...”.

Ancora Beethoven: “Potete immaginare cosa si provi a salire sul podio per dirigere l’Eroica  e trovarsi faccia a faccia con i fulmini di Zeus o con Thor...” la divinità vichinga del tuono che brandisce il suo martello: perché questo sono, secondo Bernstein, i due accordi iniziali della Terza Sinfonia, due colpi di martello “divino” a dare la stura a un fiume in piena di emozioni che resero l’Eroica “diversa da qualsiasi cosa l'Europa avesse mai sentito prima”. Qui il “faccia a faccia” Bernstein/Beethoven.

Al grande Leonard (Lenny per tutti) interessava moltissimo essere un divulgatore, avvicinare alla musica quante più persone possibile. Spesso spiegava Beethoven al grande pubblico e lo sapeva fare come nessuno prima; bellissimo il ciclo di lezioni-concerto per i piccoli (1958/1972) con la New York Philharmonic e trasmesso dalla CBS: “Young People's Concerts”. Il modo di comunicare di Bernstein - valido anche oggi - è semplice e divertente come quando spiega la costruzione di un tema e mette in relazione il tiro al bersaglio con l’incipit della Sinfonia n. 5; ecco in che modo: “…in genere la melodia segue quello che mi piace definire il metodo un-due-tre... come un missile a tre stadi, o il tiro al bersaglio - pronti, mirare, fuoco -… ad esempio l’inizio della Quinta: prima di tutto c’è una breve idea o frase (pronti) poi la stessa frase ripetuta ma con una piccola variazione (mirare). Alla terza il motivo decolla in un volo di ispirazione (fuoco)...”.

La programmazione tedesca dell’anno beethoveniano comprende la mostra “Bernstein's Beethoven” a Bonn, a testimonianza di tutto il Beethoven presente nella vita del Maestro americano, inclusa la memorabile direzione della Nona Sinfonia per celebrare la caduta del Muro (Berlino 1989). Prevista per ricordare i trent’anni dalla scomparsa di Bernstein (ottobre 1990), la mostra è stata posticipata al 2021, come altre iniziative: il comitato BTHVN2020 ha infatti deciso che le celebrazioni per il giubileo proseguono fino a settembre 2021. Ci sarà ancora tempo quindi per omaggiare Ludwig e anche Lenny.



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In questo numero hanno scritto:

Angela Maria Borello (Torino): direttrice didattica scuola per l’infanzia, curiosa di bambini
Valeria De Bernardi (Torino): musicista, docente al Conservatorio, scrive di atmosfere musicali, meglio se speziate
Roberto Dolci (Boston): imprenditore digitale, follower di Seneca ed Ulisse, tifoso del Toro
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Tommaso Papini (Firenze): traduttore inquieto, occidentale esausto, cavaliere di bronzo
Riccardo Ruggeri (Lugano): scrittore, editore, tifoso di Tex Willer e del Toro
Diego Saccoman (Milano): meccanico di paese, 60 punti di sutura e mai vinto niente