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E pluribus unum: da molte emergenze una sola

Non vi sarà sfuggito che recentemente si stia cominciando ad unire la narrazione riguardo al Covid 19 a quella dell’ambientalismo. Le narrazioni, però, appartengono alla letteratura, non rappresentano la realtà che è sempre più complessa.

Qualcuno può forse negare la crisi economica della zona euro, il Covid19 o l’inquinamento del pianeta? Certamente no, ma partendo da una verità si possono narrare tante fake news, o peggio fake truth.

Siamo passati dall’emergenza economica...

... dal “fate presto”, dal “whatever it takes” financo dal “pilota automatico” che dovrebbe guidare la politica all’emergenza sanitaria (con gli stessi slogan). Ed ora, a tempo di record, i media tutti si stanno focalizzando sulla nuova emergenza ambientale che, guarda caso, non sfugge al solito lessico e frasario tipico delle emergenze.

E pluribus unum, ovvero “Dai molti uno”, perché rilevanti non sono i singoli argomenti ma il vincolo esterno dell’emergenza. Le emergenze infatti hanno la strana caratteristica di essere intercambiabili, tanto alla fine producono nuovi obblighi legislativi destinati a permanere nel tempo in barba al fatto che l’emergenza, per definizione, sia tale poiché transeunte e così dovrebbero essere le soluzioni ad essa.

Con queste premesse non reca stupore allo spettatore attento l’assoluta sincronia, e identità del messaggio, di media, dei politici e perfino autorità religiose. Alcuni esempi:

"Giuseppe Conte, la consigliera Marianna Mazzucato chiede il lockdown climatico: "Niente carne rossa e auto, così salviamo l'ambiente": una notizia (da Libero) che ricorda molto coloro che atterravano a Davos con i jet privati chiedendo al popolo di rinunciare all’auto per recarsi a lavoro tutti i giorni ed esporsi quindi alle intemperie.

Dal World Economic Forum apprendiamo invece che in Cina si stia progettando di costruire delle nuove città smart, autosufficienti dal punto di vista energetico e pensate per contrastare le future pandemie. Uno standard che può essere riprodotto anche in altri luoghi dice Xi Jinping.

In UE ha parlato il Presidente della Commissione Europea Ursula Von der Leyen: Salute, Green, digitale e diritti ha subito titolato il Corriere della Sera.

E per l’Italia? L’Ansa ci dice che quest’anno l’Italia rischia l’8% del PIL (ottimisti) e persino +5° C (ma a fine secolo). L’unica emozione che posso esternare pubblicamente è il riso visto che le previsioni del tempo non riescono neanche a prevedere una nevicata nel Lazio ma poi si pretende di prevedere tendenze climatiche su un secolo, peraltro tutto sulla base di teorie. Nella scienza esiste il dibattito, altrimenti sono dogmi di fede.

Ecco, la fede. Recentemente l’ufficio stampa del Santo Padre ha postato un tweet riguardante l’importanza del ripristino di un equilibrio climatico.

A chiusura del cerchio eccovi il tweet della giornalista Giulia Innocenzi: "L’81% degli italiani pensa che l’emergenza sanitaria sia l’occasione per contrastare i cambiamenti climatici. Siamo i primi in Europa a pensarla così (The New Normal). Il Recovery plan può essere l’occasione per la rivoluzione verde. Perché non ci fate votare su questo?".

Come si diceva, e pluribus unum. Tutti gli apòti avranno già compreso che questo minestrone di emergenze viene da una cucina soltanto.

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