Musica in parole


La strada del jazz

A Bologna ritorna anche quest’anno il festival dedicato al jazz che ha una caratteristica davvero particolare: durante ogni edizione viene posata una stella di marmo dedicata a un grande jazzista nella via bolognese Orefici/Caprarie, ormai nota come La strada del jazz, che è anche il nome del festival.

L’iniziativa affonda le sue origini negli anni successivi alla Seconda guerra mondiale, quando Bologna divenne una delle tappe obbligate per i tour dei grandi nomi del jazz, grazie soprattutto alla figura di Alberto Alberti, produttore discografico e impresario che (insieme a Antonio Foresti) creò il Bologna Jazz Festival la cui prima edizione del 1958 segnò l’inizio di un’epoca gloriosa.

Già nel 1959 il festival ebbe come ospite d’onore Chet Baker e negli anni a seguire siglò il suo successo con la presenza di Charles Mingus, Dexter Gordon, Bill Evans e molti altri nomi di grande rilievo.

Dopo il 1975 la rassegna visse periodi altalenanti, tra sospensioni ed eventi sporadici fino alla rinascita nel 2006 del Jazz Festival bolognese, ma è nel 2011 che la manifestazione viene ripensata nel nome di quel passato ricco di grandi interpreti e momenti importanti. Nasce così La strada del jazz, festival che tuttora propone concerti e ricorda la Bologna degli anni d’oro del jazz.

Un passaggio di testimone “in pietra” simboleggia ogni edizione con la posa di una stella dedicata a un grande jazzista che ha suonato a Bologna nelle passate edizioni del festival.

La prima stella fu per Chet Baker; poi seguirono quelle per Miles Davis, Ella Fitzgerald, Duke Ellington e tanti altri.

Questa strada è divenuta una sorta di “Hollywood Boulevard del jazz bolognese”, un progetto che unisce musica, memoria storica, cultura urbana e convivialità.

L’edizione del settembre 2025 dedica la stella al grande batterista Art Blakey, attivo dal 1939 e tra i fondatori dello stile hard bop. Un momento della sua arte lo trovate qui.

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In questo numero hanno scritto:

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Umberto Pietro Benini (Verona): salesiano, insegnante di diritto e di economia, ricercatore di verità
Valeria De Bernardi (Torino): musicista, docente al Conservatorio, scrive di atmosfere musicali, meglio se speziate
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Guido Saracco: già Rettore Politecnico di Torino, professore, divulgatore, ingegnere di laurea, umanista di adozione.