Musica in parole


1924, Le Train Bleu

Il treno partiva da Calais, direzione Costa Azzurra: lussuose carrozze dal colore blu accoglievano facoltosi passeggeri diretti in villeggiatura. La Compagnie des wagons-lits aveva inaugurato la tratta nel 1922 e il “train bleu” - come fu denominato - divenne subito simbolo di glamour e modernità. Attirò le attenzioni dell’alta società parigina e anche di alcuni dei più grandi talenti artistici del ventesimo secolo, che firmarono un balletto intitolato a quel treno.

“Le Train Bleu” è infatti un balletto in un atto andato in scena per la prima volta il 20 giugno 1924. Commissionato dai famosi Ballets Russes di Sergei Diaghilev, si avvalse del libretto di Jean Cocteau; più che una storia, un susseguirsi di quadri riflettenti la vita sofisticata e sportiva della costa francese, un po’ irridendola. La musica è stata scritta da Darius Milhaud, compositore francese noto per il suo stile innovativo e influenzato dal jazz; in partitura risaltano ritmi complessi e grandi variazioni di dinamica. Avanguardia musicale del Novecento.

Nel balletto i passeggeri del treno sbarcano sulle spiagge della Côte d’Azur con i costumi dal design minimalista e sportivo creati da Coco Chanel. I ballerini si muovono al ritmo della musica di Milhaud con la coreografia di Bronislava Nijinska (sorella del leggendario Vaslav Nijinsky).

L’atmosfera è leggera, umoristica; rappresentati in musica passatempi, episodi sulla spiaggia, sport e scherzi.

Cent’anni fa, alla prima rappresentazione (Théâtre des Champs-Élysées, Parigi) lo spettacolo svelò un’altra collaborazione illustre poiché il sipario riproduceva il dipinto “Deux femmes courant sur la plage”, opera di Picasso del 1922.

Quella prima “mise en scène” non ricevette un’accoglienza unanime ma suscitò in seguito grande attenzione come opera pionieristica che sfidava le convenzioni del balletto tradizionale.

“Le Train Bleu” è rimasto un esempio affascinante di come l'arte possa riflettere e influenzare la cultura del tempo in cui si esprime. Ebbe il giusto peso la collaborazione tra figure artistiche così diverse tra loro e che ai primi del Novecento siglarono insieme un’opera destinata a divenire simbolo dell’incontro tra musica, arti coreutiche, arti visive, moda e modernità degli anni Venti.


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