Musica in parole


Can-can e Ba-Ta-Clan

Gli attacchi terroristici di Parigi 2015 sono legati al nome Bataclan; ė però poco risaputo che quel teatro, aperto nel 1865 come Grand Café Chinois e ispirato nell’architettura a una pagoda cinese, il buffo nome lo deve all’operetta Ba-Ta-Clan, ambientata in una Cina immaginaria, cantata in uno strambo linguaggio e presentata con successo a Parigi nel 1855.

L’autore è Jacques Offenbach, gran maestro delle operette, molto omaggiato quest’anno, a 200 anni dalla nascita.

Quando fu scelto il nome per il Bataclan Café, la fama di Offenbach era grande; il pubblico parigino amava la sua musica e la tagliente satira verso la società francese. I personaggi di Offenbach rivelano vivaci caricature, un po’ alla Crozza, mi si passi il paragone che spiega bene le sue acute osservazioni sull’establishment; parodie musicali così spiritose che gli stessi malcapitati presi di mira si compiacevano della sua abilità; lo applaudiva spesso Napoleone III, cui certo il musicista non risparmiava critiche.

Anche il famoso Can-can è opera di Offenbach: un successo inesauribile che proprio in questi giorni risuona a Broadway nel musical Moulin Rouge. Il ballo fa parte dell’Orphée aux enfers presentato con molto scalpore nel 1858.
Al Festival di Salisburgo da poco concluso devono aver pensato a come far clamore ancora oggi con quel datato Can-can e mi sembra abbiano trovato la soluzione, vista la versione presentata dal regista Barrie Kosky e non passata inosservata; il Galop infernal è danzato da un corpo di ballo maschile, ballerini en travesti, con vistosi simboli sessuali e cristalli Swarovski cuciti sui costumi di scena. Ne è seguito un cancan di pubblico e critica divisi tra chi ha apprezzato e chi no. Forse a Offenbach, innamorato degli sberleffi musicali sarebbe piaciuto.

Di sberleffi Offenbach ne ha anche ricevuti e dopo la sua esplicita parodia del Guglielmo Tell, Rossini, anch’egli divertito ammiratore del collega, lo applaudì a teatro però poi rispose. Raccogliendo una diceria che vedeva in Offenbach uno iettatore, Rossini scrisse per pianoforte un piccolo pezzo il cui tema di due sole note è da eseguire con l’indice e il mignolo di entrambe le mani in modo da formare, suonando, il gesto delle corna. Contro la malasorte e intitolato Petit caprice dans le style d'Offenbach, con tanto di ironico riferimento al Can-can.

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