IL Digitale


Carriera digitale

Una blasonata Università bostoniana m’ha invitato a rispondere ai suoi studenti di vari corsi di studi digitali: cosa fare dopo l’Università, fondare una start-up o farsi assumere in una grande organizzazione, continuare a studiare sostenendosi con un gig (Uber driver?), come superare la concorrenza dei tanti per raggiungere il successo.

A questi temi quasi banali, ho aggiunto: come non farsi fregare da un robot, cui pochi pensano.
Il rettore ha sviluppato un piano strategico per fare in modo che i suoi studenti non siano vittime dell’automazione, ed in aula avevo anche un paio di professori e capo dipartimento a far domande, per testare cosa vuole il Mercato, come se io potessi rappresentarlo.

Da me volevano una ricetta, che mi son categoricamente rifiutato di dare, perché non esiste. Volevano sentire le mie previsioni su AngularJS, CNN (intelligenza artificiale, non la rete televisiva), modellazione di dati e processi, con un ortopedico che mi ha pure chiesto di stampa additiva di mescole ceramiche. Gli ho parlato di Ulisse, patos e logos, indirizzandoli ai testi di Lakoff, Kahneman ed Hofstede. Ho spiegato che dove le ricette funzionano non esiste concorrenza, ed i robot vincono sempre. Li ho spinti ad esser curiosi su tutto ed imparare a connettere i segnali deboli, anche da campi lontani. Li ho pure spinti a non lasciar addormentare il ragazzino/a che è ancora in loro, la Greta per cui tutto è possibile.

Capisco bene il loro dramma: si sobbarcano di debiti per uscire con un pezzo di carta che dovrebbe farli vivere meglio dei genitori e nonni. Sono analizzati, sollecitati e misurati per ogni cosa che fanno: dalle materie accademiche, al volontariato, allo sport devono sempre dimostrare di eccellere ed essere speciali. Le aziende che li assumono pretendono siano già ricchi di esperienza, plug & play. Non hanno tempo per Dante, Seneca, Chomski o Greta: non riflettono. L’incidenza di problemi psicologici e del sistema immunitario in questa fascia d’età continua ad accelerare in modo preoccupante. Per alcuni versi ricordano una mandria condotta verso una selva oscura.

In America e nel mondo esistono due economie e società diverse: chi è in quella digitale non deve mai perder di vista quella tradizionale, e deve fare in modo che le due non si allontanino oltre, come ben descritto in questo articolo di Muro e Whiton (https://tinyurl.com/y5cxdje6). Il Mercato funziona esclusivamente sullo sfruttamento delle risorse naturali e di quelle umane, e solo raramente si crea qualcosa di veramente nuovo che dia crescita senza sfruttamento.

A questi temi quasi banali, ho aggiunto: come non farsi fregare da un robot, cui pochi pensano.Ora gli studenti ridono: hanno tutti guardato The Office (una versione moderna del nostro Fantozzi), ed apprezzano la franchezza con cui gli dico che nessuna organizzazione metterà mai i loro interessi di fronte al proprio profitto. Finalmente capiscono che siamo animali sociali, che il digitale è solo un insieme di tecnologie e strumenti per gestire meglio i diversi aspetti di mercato e società. Capiscono che se ti fai pecora, il lupo-CEO ti mangia, come sempre.

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Zafferano

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In questo numero hanno scritto:

Angela Maria Borello (Torino): direttrice didattica scuola per l’infanzia, curiosa di bambini
Valeria De Bernardi (Torino): musicista, docente al Conservatorio, scrive di atmosfere musicali, meglio se speziate
Roberto Dolci (Boston): imprenditore digitale, follower di Seneca ed Ulisse, tifoso del Toro
Pietro Gentile (Torino): bancario, papà, giornalista, informatico
Francesco Rota (Torino): un millenials
Riccardo Ruggeri (Lugano): scrittore, editore, tifoso di Tex Willer e del Toro
Giancarlo Saran (Castelfranco Veneto): medico dentista per scelta, giornalista per vocazione